
Il Pontedera gioisce per un gol segnato alla Lucchese (foto Bongianni/Germogli)
I numeri, presi tali e quali, non sempre riescono a fornire la corretta valutazione di una partita, a confermare la sensazione che invece l’occhio ha percepito "in diretta". Occorre talvolta integrarli con alcune considerazioni globali per ridisegnare il giusto quadro dell’andamento di un incontro. Ciò di cui necessita il derby tra Pontedera e Lucchese, stravinto sul campo dai granata per 4-1 con un dominio evidente ma che i dati da soli non lascerebbero intendere.
Già analizzando la fase offensiva, la Lucchese è superiore in tutto: ha tirato più volte in porta, 15 contro 14, ha avuto più palle laterali (dato che misura, ad esempio, i cross dentro l’area di rigore), 20 contro 6, più passaggi chiave, 38 contro 22, il doppio dei dribbling, 33 contro 17 (20 a 9 quelli riusciti) e un netto possesso di palla, 62% contro 38%. L’ago della bilancia granata pende, e di poco, solo nei tiri nello specchio della porta, 7 contro 6, dato che non considera il palo di Lipari nel primo tempo e la traversa di Van Ransbeeck nella recupero finale.
L’apparente superiorità degli ospiti sabato pomeriggio si conferma anche riguardo alla fase difensiva, con la squadra di Gorgone avanti nelle palle recuperate, 88 contro 79, nelle palle recuperate nella metà campo avversaria, 28 contro 14, nell’altezza dei metri di campo di recupero di queste palle, 42 contro 30, nei duelli vinti, 93 contro 83, e nei duelli aerei vinti, 15 contro 6.
Tutti questi numeri però non tengono contro del fatto che la partita era già morta alla fine del primo tempo, chiuso in vantaggio 3-0 dagli uomini di Menichini, e morta e sepolta dopo 9’ della ripresa con la rete del 4-0. E’ questo che fa capire che allora tutta questa "supremazia" degli avversari è stata sterile, che fa capire, per esempio, che puoi tenere palla tutto il tempo che vuoi, ma che se non dai profondità alla manovra, se non sviluppi gioco, il tic-toc resta fine a se stesso, che fa capire che puoi vincere tutti i duelli che vuoi, ma se li vinci in zone del campo non cruciali per l’azione, restano ininfluenti.
Quindi, la Lucchese alla fine ha perso (e sarebbe potuta uscire dai 90’ con un punteggio ancora più pesante) perché non è mai stata pericolosa, al contrario del Pontedera. Un’impressione avuta durante la sfida e che trova conferma nei dati dell’ xG (expected Goals), che è stato di 1,527 per i granata e di 0,878 per i rossoneri, dunque quasi doppio, e dell’Ipo (indice di pericolosità), che è stato di 91 contro 58. Divari decisamente significativi e decisivi.
Martedì sera invece il Pontedera ha accolto con favore la vittoria del Rimini in Coppa Italia. Questo perché adesso per qualificarsi ai play off nel girone B si può arrivare anche undicesimi, proprio la posizione occupata al momento da Perretta e compagni.
Stefano Lemmi
Continua a leggere tutte le notizie di sport su