Lo scenario è sempre lo stesso. Manca quel poco che serve per arrivare a fare risultato, ma quel poco che manca… continua a mancare. E’ su questo che deve lavorare il Pontedera per migliorarsi e uscire dalla complessa situazione di classifica in cui si è cacciato dopo la prime 16 giornate di campionato. Anche contro la Lucchese è accaduto quello che era già successo altre 4-5 volte in precedenza, ossia che i granata non abbiano avuto la capacità nei finali di gara di sfruttare le occasioni da gol create per riuscire così a cambiare l’esito della gara stessa, per tramutare le sconfitte in pareggi e i pareggi in vittorie. Andiamo a memoria, ma in questo elenco possiamo mettere le sconfitte con l’Arezzo, col Campobasso, con la Pianese o il pareggio di Pineto, tutte partite nelle quali il Pontedera (che, è bene ricordarlo, ha perso 8 volte con un gol di scarto e solo una, a Pesaro, con due) avrebbe avuto l’opportunità all’ultimo secondo di segnare, ma non l’ha fatto.
E alla lista delle occasioni mancate si aggiunge anche il derby di Lucca, con Pretato che praticamente nell’ultima azione di gioco non ha indovinato la zampata del 2-2. E dunque fa ancora più rabbia, quando si analizzano i numeri del 43esimo derby contro i rossoneri, constatare che i dati anche questa volta sono a favore degli uomini di Menichini. Come l’xG (expected Goal), che nonostante il gol e la traversa in più della Lucchese (entrambe di Saporiti) è di 1,423 contro 0,553, oppure l’xGoT (expected Goal on Target) che è di 3,011 contro 1,703, per un Ipo (indice di pericolosità) di 48 a 41 in favore di Italeng e compagni. Il Pontedera è avanti anche nel possesso palla, 54% contro 46%, un dato magari condizionato dal fatto di essersi trovato presto in svantaggio (7’) e quindi di essere stato costretto a fare la partita, nei tiri totali, 13 a 12 (ma nello specchio i padroni di casa ne hanno calciati uno di più: 5 contro 4), e, per la fase difensiva, nelle palle recuperate, 77 contro 75. Fuori dai numeri, invece, ai granata lunedì sera è mancata soprattutto la giusta interpretazione delle transizioni, e troppi sono stati gli errori commessi in fase di disimpegno, con palloni regalati agli avversari, come quello che è costato il gol del definitivo 2-1 (anche se la traiettoria disegnata da Saporiti è stata un vero gioiello). Se con il lavoro l’allenatore Menichini e il suo staff riusciranno a colmare questi gap, il Pontedera potrà esprimere compiutamente il suo reale valore – che è superiore ai 13 punti raccolti e al quartultimo posto attualmente occupato – e cominciare la scalata in classifica. Ma il tempo stringe e già lunedì sera contro la Spal è necessario migliorarsi.
Stefano Lemmi
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