Prato, 28 gennaio 2025 - Venerdì 31 gennaio alle ore 16.30 il Museo di Palazzo Pretorio presenta Ritratti di guerra, un incontro promosso in occasione del Giorno della Memoria. L’evento si aprirà nella sala conferenze di Palazzo Pretorio con i saluti di Massimo Chiarugi, presidente del Museo della Deportazione e della Resistenza, che dichiara: «Credo che sia molto importante che una prestigiosa istituzione come il Museo di Palazzo Pretorio voglia ricordare le problematiche che le guerre producono sulle popolazioni coinvolte, in particolare quest’anno in occasione degli ottant’anni dalla liberazione di Auschwitz, ma anche dell’Italia dal nazismo e dal fascismo. Il nostro Museo sarà sempre in prima fila per continuare a perpetuare la memoria delle sciagure prodotte da tutte le guerre e per questo partecipiamo con convinzione a questa iniziativa». A seguire, l’intervento di Alessia Cecconi, direttrice del CDSE – Centro di Documentazione Storico-Etnografica, che terrà un approfondimento dal titolo Artisti e opere tra persecuzioni e salvezza: una panoramica sul destino in Italia, in Germania e in Francia degli artisti ebrei e dei perseguitati politici nel periodo delle persecuzioni razziali e della guerra. Un destino che coinvolse non solo pittori e scultori, ma anche le loro opere e le collezioni artistiche appartenute alle famiglie di origine ebraica, come quella dei Forti-Castelfranco, legati alla città di Prato. Un particolare focus sarà dedicato alla furia censoria nazista, culminata nella nota mostra dell’“Arte degenerata” del 1937, verso l'arte degli artisti ebrei e d'avanguardia, spesso assimilati nella propaganda in un'unica categoria. Alcuni di questi artisti, fuggiti dalla Germania o dai paesi dell'Europa orientale già dal 1933, trovarono inizialmente rifugio a Parigi, allora capitale dell'arte, per poi essere nuovamente perseguitati dal regime francese collaborazionista dopo il 1940. Una parte di essi riuscirà a fuggire negli Stati Uniti grazie a una catena di aiuti clandestini che salverà artisti come Marc Chagall, Max Ernst e Jacques Lipchitz, che significativamente parteciperà a New York alla mostra Artisti in esilio, organizzata dal gallerista Pierre Matisse nel 1942. In chiusura dell’incontro, la direttrice scientifica del Museo Palazzo Pretorio Manuela Fusi condurrà una visita incentrata sul tema dell’arte come espressione e rifugio interiore, con un approfondimento sulla figura dell’artista Jacques Lipchitz, lo scultore lituano di origine ebraica che lasciò l’Europa nel 1941 a causa delle persecuzioni razziali, del quale il museo conserva un nucleo significativo di opere; per l’occasione, saranno esposti anche alcuni disegni di Lipchitz conservati nei depositi del museo.Un omaggio ad uno degli artisti più influenti del XX secolo, che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell'arte, le cui vicende sono strettamente legate a Prato e al Museo di Palazzo Pretorio: nel 1974 infatti, Yulla Lipchitz, vedova da pochi mesi di Lipchitz, venne a Prato con Henry Moore per assistere all'inaugurazione della sua scultura Forma squadrata con taglio, in piazza San Marco; rimase molto colpita dall'interesse per l'arte mostrato dai pratesi e accennò alla possibilità di donare una parte della gipsoteca del marito. Ipotesi che si è finalmente concretizzata nel 2013, grazie alla preziosa mediazione del collezionista pratese Giuliano Gori e allo storico dell'arte Kosme de Baranano, che hanno contribuito a riallacciare i rapporti tra il Comune di Prato e Hanno D. Mott, figlio di Yulla. Oggi, il Museo di Palazzo Pretorio conserva un consistente nucleo di opere di Jacques Lipchitz, costituito da 21 sculture in gesso, un bronzo e 43 disegni; i disegni e le sculture della collezione pratese consentono di seguire, passo dopo passo, la genesi della creazione artistica di Lipchitz: dal primo schizzo di un’idea, alle fasi di definizione su carta, fino ai modelli plasmati in gesso, poi utilizzati per realizzare le opere in materiali più duraturi come il bronzo e il marmo. Documentano tutto il suo percorso artistico, dagli anni del Cubismo alle successive tendenze surrealiste, alle forme più arrotondate e “classiche” che caratterizzano la produzione degli ultimi anni. Tra le opere esposte al terzo piano di Palazzo Pretorio il bassorilievo Scena Mitologica (1911), una delle prime opere realizzate a Parigi, e il sorprendente Arlecchino con mandolino (1920), d'ispirazione cubista. Al periodo vissuto negli Stati Uniti appartiene Mother and Child II, la prima scultura realizzata a New York nel 1941. Infine, di grande suggestione L'ultimo abbraccio (1970-1971), una delle ultime creazioni dell'artista. E non si può non menzionare Prometheus Strangling the Vultur II, la statua di bronzo che spicca accanto all’ingresso esterno di Palazzo Pretorio, anch’essa donata nel 2013, ormai parte integrante dello scenario della piazza del Comune di Prato. Maurizio Costanzo
Cosa FareGiorno della Memoria, Ritratti di guerra al museo di Palazzo Pretorio