Prato, 14 novembre 2024 - Domenica 17 novembre, alle ore 20.30 al Teatro Metastasio la celebrazione del 60° anniversario della riapertura del Teatro «Sogni e favole io fingo... Sogno della mia vita è il corso intero». Omaggio a Pietro Metastasio, direttore Simone Ori, Silvia Frigato soprano, Filippo Mineccia controtenore. Arie, Duetti, Sinfonie di Vivaldi, Pergolesi, Haendel, Hasse, Paisiello, Mozart su testi di Pietro Metastasio. In occasione delle celebrazioni per il Sessantesimo anniversario della riapertura del Teatro Metastasio, su commissione del direttore Massimiliano Civica, la Camerata Strumentale presenta un concerto che sarà per l'orchestra una specie di seconda inaugurazione della stagione ( il concerto inaugurale sarà il 14 novembre al Teatro Politeama) che ha come titolo proprio versi del poeta Pietro Metastasio: Se resto sul lido, Se sciolgo le vele. Il concerto sarà preceduto ( alle 18.00 nel ridotto del Teatro) da una conferenza sulla figura del poeta Metastasio a cura di Carlo Sisi e Alberto Batisti .Coi suoi melodrammi Pietro Metastasio forgiò nella prima metà del Settecento un paradigma capace di imporsi immediatamente come sintesi perfetta fra poesia e musica. I suoi versi, intonati per più d’un secolo da tutti i compositori di teatro musicale, fecero della lingua italiana l’idioma della musica e degli affetti, condiviso in ogni angolo d’Europa, da Londra a San Pietroburgo, da Madrid a Dresda. Incoronato «Poeta cesareo» dal Sacro Romano Imperatore, Pietro Metastasio esercitò da Vienna un’influenza ineludibile su ogni letterato del suo tempo e impresse nell’immaginazione dei musicisti il senso della forma e del metro poetico messo al servizio di un costante richiamo alle finalità morali dell’arte. Le sue arie d’opera ci offrono un catalogo di umanità, ma anche di riflessioni sui doveri di ciascuno, ispirate agli exempla virtutum della storia antica, magistra vitae. Il concerto propone un percorso che dai più celebri compositori della prima metà del Settecento, Vivaldi, Haendel, Pergolesi, muove verso il gusto neoclassico rappresentato da Gluck e Paisiello e culmina nella seconda metà del secolo con l’arte di Mozart. Fin dalla più tenera età egli s’era nutrito dei drammi di Metastasio e nel nome del poeta romano offrirà al mondo, nell’ultimo anno di vita, la sintesi suprema del classicismo in musica con la Clemenza di Tito (1791). L’opera fu composta per celebrare l’incoronazione a Re di Boemia dell’Imperatore Leopoldo II, lo stesso che col nome di Pietro Leopoldo e col suo governo illuminato aveva fatto della Toscana il più civile e moderno degli stati europei. Le voci di due specialisti della musica settecentesca quali il soprano Silvia Frigato e il controtenore Filippo Mineccia sono guidate dalla competenza stilistica di un direttore d’orchestra pratese, Simone Ori, che è cresciuto nella propria consapevolezza artistica collaborando con la Camerata strumentale, con la quale ha da sempre un rapporto privilegiato. Il concerto celebrativo di Pietro Metastasio, ispirato e ospitato dal Teatro che porta il suo nome, offre al pubblico anche l’opportunità di ascoltare, per la prima volta in tempi moderni, un prezioso Duetto tratto dall’Antigono di Giovanni Paisiello (Napoli, 1785). Domenica 17 novembre al Ridotto del Teatro Metastasio, alle ore 18 a ingresso libero «Sogni e favole io fingo... Sogno della mia vita è il corso intero». Omaggio a Pietro Metastasio, Italiano in Europa, conferenza di Carlo Sisi e Alberto Batisti. Carlo Sisi, illustre storico dell’arte e Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, insieme ad Alberto Batisti, storico della musica e direttore artistico della Camerata Strumentale di Prato, tratteggeranno un ritratto del grande Poeta a cui è intitolato il Teatro Metastasio, ricostruendo il suo ruolo centrale nella cultura, nel pensiero e nelle arti del Secolo dei Lumi. Coi suoi melodrammi Pietro Metastasio forgiò nella prima metà del Settecento un paradigma capace di imporsi immediatamente come sintesi perfetta fra poesia e musica. I suoi versi, intonati per più d’un secolo da tutti i compositori di teatro musicale, fecero della lingua italiana l’idioma della musica e degli affetti condiviso in ogni angolo d’Europa, da Londra a San Pietroburgo, da Madrid a Dresda. Incoronato «Poeta cesareo» dal sacro romano imperatore, Metastasio esercitò da Vienna un’influenza ineludibile su ogni letterato del suo tempo e impresse nell’immaginazione dei musicisti il senso della forma e del metro poetico messo al servizio di un costante richiamo alle finalità morali dell’arte. Come egli scrisse nell’Estratto dell’arte poetica di Aristotile (1773), le «innumerabili idee, motivi e soggetti delle arie, che tutte distinte fra loro hanno per la varietà de’ tempi, come le fisionomie de’ volti per la varietà dei tratti, proprio, riconoscibile e differente carattere» e pertanto fanno di quei versi un catalogo di umanità, ma anche di riflessioni sui doveri di ciascuno, ispirate agli exempla virtutum della storia antica, magistra vitae. La rappresentazione delle passioni in eleganti analogie con immagini di tempeste o consolazioni tratte dalla natura, si coniugava infatti con la loro traduzione etica, racchiusa in sentenze morali e concetti filosofici. La vigorosa affermazione di quei precetti sapienziali corrisponde in pieno alla vocazione di un secolo che è proverbialmente versato alla filosofia, un’epoca che cercherà di cambiare il mondo e la società secondo ragione e virtù.
Cosa FarePrato, il Metastasio e la Camerata Strumentale per il 60esimo anniversario della riapertura