Prato, 10 maggio 2011 - Il tribunale dei minori di Firenze ha già avviato la pratica per l’affido definitivo delle due figlie di Desiré Zumia, la donna di 34 anni morta venerdì mattina nella palazzina di via Firenze dove ha perso la vita anche il marito Giuseppe Milazzo in quello che ormai è da considerarsi un omicidio-suicidio anche per gli inquirenti. Di dubbi, in realtà, non ce ne sono mai stati molti; ora anche l’autopsia, effettuata domenica mattina dal medico legale Brunero Begliomini, sembra confermare l’ipotesi prevalente e cioè che Milazzo abbia ucciso a coltellate la moglie primam di rivolgere la lama contro di sé e uccidersi con un colpo che dall’addome ha raggiunto il cuore.

 

Molteplici, invece, i colpi inferti a Desiré, anche se la Procura mantiene il riserbo sul numero esatto di fendenti che l’hanno raggiunta. Tornando alle figlie, la più piccola di tre anni e mezzo e la maggiore di sedici, sembra che per loro la strada sia tracciata: non pare ci siano motivi contrari al loro affidamento ai nonni, che vivono in Sicilia. Per il momento, però, la maggiore dovrebbe rimanere in città per concludere l’anno scolastico al liceo Copernico, considerato che mancano poche settimane alla conclusione. Sarà il giudice a decidere dopo aver ascoltato la stessa ragazza, ma la decisione sembra ormai scontata. Ed è soprattutto per loro che la Procura, con le indagini condotte dal magistrato Roberta Pieri, vuole la certezza della ricostruzione del fatto.

 

La dinamica della morte dei loro genitori, infatti, incide in maniera determinante sul capitolo ereditario, complicato anche dal fatto che la minore è figlia di Desiré e Giuseppe, mentre la sedicenne è nata da una precedente unione della donna con un uomo di Palermo che ha conosciuto per la prima volta proprio nel giorno della tragedia.
Se — come sembra ormai certo — è stata Desiré a morire per prima, tutte e due le figlie hanno diritto alla successione in parti uguali, mentre se fosse stato Milazzo a morire per primo solo la bambina più piccola sarebbe stata l’erede diretta. Una semplificazione di un capitolo comunque molto complesso.

 


Intanto i parenti di Desiré alloggiano ancora in un hotel della città, in attesa di definire meglio le varie questioni aperte. La sorella Cinzia non vuole più parlare, chiusa nel suo dolore. A lei e agli altri parenti compete la decisione sulla sorte dei defunti: per la Procura le salme sono da considerarsi libere, poiché l’autopsia è conclusa. Del servizio funebre è stata incaricata la Misericordia di Prato, che era già intervenuta nell’immediatezza del fatto. Al nostro giornale la stessa sorella manifestò sabato scorso l’intenzione di seppellire Desiré nella cappella di famiglia a Piazza Armerina o a Palermo.Pare difficile che venga celebrata una funzione anche a Prato; probabilmente l’impresa funebre riceverà l’ordine di portare i corpi in Sicilia, dove si terranno i funerali e le sepolture.