CLAUDIA IOZZELLI
Cronaca

Incubo 325, pendolari esasperati: “Code infinite, pochi vigili, nessuna comunicazione”

Il viaggio incredibile della nostra cronista nel lunedì infernale Migliana-Prato andata e ritorno: quattro ore anziché i soliti 40 minuti. La gente protesta: "La finestre? Cambiano ogni giorno. Così è dura"

Prato, 13 marzo 2024 – Eccoci: ci sono finita anch’io in una di quelle code pazzesche di cui scrivo ogni giorno. Eppure mi sono organizzata bene coi tempi, del resto in 30 anni di vita in Val di Bisenzio, hai una sorta di patentino di sopravvivenza e le scuse per i ritardi sempre in tasca. E poi, col rodaggio del dopo alluvione – a scansar buche, frane, dirupi e divieti – pensi di essere pronto anche per il Pechino Express. E invece no: lunedì, ore 18, sono in fila, ferma alla Bertaccia, Schignano, nonostante abbia calcolato bene i tempi di riapertura dalla terza ed ultima finestra della risalita dei camioncini delle industrie. Apro il telefono, c’è pochissimo segnale, ma leggo su "Info 325" che c’è del materiale viscido sulle curve di Figline, "prestare attenzione" c’è scritto. Il messaggio successivo avverte che stanno pulendo la strada, quello dopo che la circolazione ha ripreso. Per poco. Sono di nuovo ferma, macchina spenta e freno a mano tirato poco sotto la Collina. Da dentro l’abitacolo, col finestrino aperto, sento le voci degli altri sciagurati che come me dovevano recarsi a Prato dopo una giornata di lavoro in Vallata o, magari, come me, riprendere i figli dai nonni. C’è chi impreca, chi urla al telefono che "no, da Badia non si passa, è troppo lontano". Motore spento, c’è chi fa due passi e racconta cosa a sua volta gli è stato raccontato, e cioè che si scende da Cerreto e nessuno ha fermato le auto che salivano, quindi che un paio di macchine si sono incastrate, ma non si capisce bene dove.

"Ma i vigili dove sono? Qualcuno che ci dica cosa fare, quello che è successo, possibile che non venga nessuno?". La gente è esasperata. Cerco di capire, dalle pagine dei vari gruppi su Facebook, cosa sta succedendo. Cerco aggiornamenti. Nulla, manca il segnale, la timeline si ricarica con difficoltà. Ma qualcosa trovo. Intanto che è tutto bloccato anche in risalita, a Faltugnano. Poi i commenti alle notizie portate qualche ora prima dal Governatore (tra cui l’ipotesi di una galleria artificiale a Le Coste). La gente è disperata: c’è chi pensa di tornare ad abitare a Prato, chi si mangia le mani per aver scelto di lasciare il capoluogo per andare ad abitare a Prato. Basta dare un’occhiata ai social: è il flusso di coscienza di gente che da giorni stringe i denti e che non vede soluzioni risolutive in tempi rapidi. C’è chi chiede informazioni agli altri utenti sugli orari delle "finestre", su quelli dei treni, su quelli dei pullman, chi parla delle corse saltate, chi se la prende col sindaco di turno, chi con le aziende che coi mezzi ingorgano il traffico. Chi tagga il Comune, sperando in una risposta, che, ahimè, non arriva. Chi suggerisce di prendere un ciuco.

Il dramma è di dover aspettare fino al 25 per tornare a respirare un po’ con l’apertura a senso unico alternato della Sr 325. La paura che in attesa dei lavori definitivi, questo inferno sia la norma. Approfitto del poco segnale per avvertire la mamma che arriverò molto tardi, in ansia, perché lasciare la figlia autistica sola con la nonna anziana per così tanto tempo mi crea preoccupazione. Nessuno spazio per accostare, per la strada stretta della Collina. Passa, nell’altro senso di marcia, stretta stretta fra le auto e il ciglio, un’ambulanza a sirene spente. Già. Le ambulanze. Se capitasse qualcosa ora a qualcuno che è in fila o a qualcuno che abita in questa zona, cosa potrebbe accadere? Ma anche a Vaiano, dove dovrebbe arrivare l’automedica da Prato. Da qui sicuramente no, è un tappo di una lunghezza infinita, con le macchine incolonnate da Schignano e da Popigliano. Da Faltugnano, idem. Il Pegaso col buio non arriva. Una situazione tragicomica. Le vie alternative? Eccole: inadeguate. E soprattutto: mancano le vie alternative alle vie alternative. Una c’è, a dire il vero. Decido di provarci. Faccio manovra, esco dalla fila e torno alla Collina. Una boccata di ossigeno e mi metto, con molto coraggio, sulla strada per Albiano e Montemurlo, da dove risalirò con mia figlia un’oretta dopo. Duecento metri di fango e qualche sasso: con un paio di camion di stabilizzato e una ruspetta in un paio d’ore sarebbe perfetta anche per chi, come me, non ha il fuoristrada. Dopo poco arriva l’asfalto, ma non il segnale telefonico, che non torna fino a Bagnolo e son sempre in mezzo al nulla. Frane, in qua e in là, tracce del 2 novembre.

Le luci della città, ad un tratto. Avverto casa e nonna che sono a Montemurlo. Arrivo a Villa Fiorita, carico la ragazza e riparto per Albiano. Ero partita da Migliana alle 18, sono tornata a casa alle 21.40, per due tragitti che nella norma mi prendono 20 minuti l’uno. Mi stiracchio le gambe, penso al domani. Mi programmo la giornata per bene, al millimetro, per evitare le ‘finestre’ riservate ai mezzi merci: non oseranno cambiarle dalla sera alla mattina. E invece...