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Raccolta abiti usati, salta il contributo alla Caritas

Non è previsto nel nuovo bando per la raccolta degli indumenti. E così il logo scomparirà da tutti i cassonetti bianchi della città

Rodolfo Giusti, vicepresidente della Caritas, davanti a uno dei cassonetti

Prato, 29 dicembre 2019 - Non ci sarà più il logo della Caritas sui cassonnetti per la raccolta degli abiti usati. Da gennaio verrà cancellato su tutti i contenitori bianchi, perché è venuto meno l’accordo che prevedeva di dare alla stessa Caritas una parte del ricavato della vendita degli abiti usati, soldi che poi venivano reimpiegati nelle attività a sostegno delle famiglie bisognose. Il nuovo bando per la gestione dei cassonetti predisposto dall’Ato Toscana Centro, infatti, non prevede più questa possibilità. Per la verità già nei mesi scorsi erano emersi problemi, dopo che due titolari dell’azienda che si occupava della gestione dei cassonetti, la Eurorecuperi di Viterbo, erano finiti sotto inchiesta per una presunta gestione illecita del ciclo di recupero.

Per quell’inchiesta il vicepresidente dell’Emporio Caritas Rodolfo Giusti parlò di "danno d’immagine", perché la Caritas non c’entra nulla, come Alia, con la gestione dei cassonetti. Adesso, a partire dal primo gennaio 2020, sarà ancora più chiaro perché il logo della Caritas diocesana di Prato sarà tolto dai cassonetti bianchi per la raccolta degli indumenti usati.

Terminerà dunque l’accordo sottoscritto prima con Asm e poi con Alia che prevedeva un contributo annuale in denaro derivante dalla raccolta e dalla vendita degli abiti, un servizio gestito finora, anche attraverso varie proroghe, da Eurorecuperi. La Caritas dalla presenza dei cassonetti bianchi otteneva un ritorno economico quantificabile in circa 45mila euro l’anno, che poi reinvestiva nelle proprie attività. "Sì, era questo il beneficio previsto – si legge in una nota della diocesi – e non la distribuzione dei vestiti agli utenti dei centri di ascolto diocesani, che invece venivano sostenuti con altre forme di aiuto".

Dal 2006, anno del primo accordo, fino a oggi nel bando di gara per l’affidamento del servizio era specificamente indicato di destinare parte dei proventi derivanti dalla raccolta di abiti nel territorio alla Caritas diocesana di Prato. Nel nuovo bando di gara predisposto da Ato Toscana Centro, invece, questa previsione non è più prevista. Dunque il logo sparirà.

"Per Caritas e per il territorio pratese si tratta di una grave perdita visto che il ricavato veniva ridistribuito in varie forme di aiuto alle persone con diversi problemi che si rivolgevano ai centri di ascolto diocesani", commenta ancora la Caritas diocesana aggiungendo poi: "Continua la raccolta di indumenti nelle varie parrocchie che poi effettuano la distribuzione alle persone in difficoltà scegliendo i capi ancora indossabili". La conclusione della nota diocesana è un ringraziamento: "E’ giusto ricordare tutte quelle persone che in questi anni, con il loro comportamento virtuoso, hanno conferito nei cassonetti bianchi gli indumenti, contribuendo così ad aiutare, attraverso l’azione della Caritas diocesana, tante persone in difficoltà che si sono rivolte ai centri di ascolto". © RIPRODUZIONE RISERVATA