REDAZIONE PRATO

Ac Prato, quale futuro: "Un imprenditore toscano e un fondo straniero interessati alla società"

Intervista al presidente Stefano Commini: "Primi contatti, ascolto le loro proposte" . Il patron romano condivide la visione della sindaca Bugetti sull’area del Lungobisenzio.

Intervista al presidente Stefano Commini: "Primi contatti, ascolto le loro proposte" . Il patron romano condivide la visione della sindaca Bugetti sull’area del Lungobisenzio.

Intervista al presidente Stefano Commini: "Primi contatti, ascolto le loro proposte" . Il patron romano condivide la visione della sindaca Bugetti sull’area del Lungobisenzio.

Pronto a restare se ci sono le condizioni per andare avanti, pronto a vendere perché per la prima volta durante la sua gestione ci sono contatti con società e imprenditori interessati all’Ac Prato. Stefano Commini, presidente della società laniera, delinea le prospettive a pochi giorni dall’incontro con la sindaca di Prato Ilaria Bugetti per parlare del futuro dell’area stadio. E a La Nazione racconta chi in queste ultime settimane ha chiamato al suo cellulare e nella sede della sua società romana sondando il terreno per capire quali sono le sue intenzioni. Un imprenditore toscano, non pratese, e un Fondo straniero hanno manifestato interesse per l’Ac Prato.

Presidente, crede che un nuovo socio possa entrare a darle una mano nella gestione del Prato?

"Ci sono contatti che si sono manifestati in queste settimane. Vediamo dove portano. Si tratta di nuove situazioni che io e i miei collaboratori verificheremo a breve. Si tratta di un imprenditore toscano, ma non pratese specifico, e di un fondo straniero. Con la società che rappresenta il fondo avrò presto una video conferenza. Ascolto, parlo e mi confronto. Si tratta di approcci iniziali ....".

Potrebbero essere realtà economiche che supportano la sua gestione entrando in società oppure possibili acquirenti?

"Ripeto che se qualcuno vuol comprare l’Ac Prato può manifestare il suo interesse e poi verrà valutato. Se qualcuno vuole supportarmi nella guida della società possiamo capire come e quando possiamo fare un percorso insieme. Io non sono un santo, sono un imprenditore, faccio affari e seguo anche la mia passione. Sono aperto a più possibilità e dinamiche".

Conferma che da Prato non si è mai fatto vivo nessuno per rilevare la squadra o per entrare in società con lei?

"Quando ho preso l’Ac Prato dalla famiglia Toccafondi, voglio ribadire, avevo in mano solo il titolo sportivo e un ufficio. Stop. Abbiamo partecipato alla concessione dello stadio la cui gestione costa 150mila euro l’anno; la scuola calcio e il vivaio non esistevano più. Ho fatto ripartire la società. Chi dice che la scuola calcio si ripaga da sola si sbaglia di grosso perché non è così, abbiamo messo risorse per il sussidiario, la palestra, abbiamo messo soldi per i trattori che tagliano l’erba allo stadio. Abbiamo individuato nell’impianto di Grignano la casa delle giovanili. Si tratta di investimenti per la società, per dargli struttura e forza, e anche un futuro. In tutto ciò, a partire dal rafforzamento che ho cercato di portare avanti anno dopo anno per la prima squadra, sono stato solo. Nessuno a Prato mi ha detto: Commini, ti voglio aiutare".

Quindi gli unici che le hanno dato mano sono stati gli sponsor.

"C’era Cardato riciclato pratese poi nel corso del tempo è sparito, c’è Estra che sta con noi e soprattutto c’è Manuele Lo Conte come sponsor principale che dà una mano alle nostre casse e se c’è un lavoro da fare allo stadio manda i suoi operai. Il resto tabula rasa".

Si aspettava a quattro anni dal suo arrivo alla guida dell’Ac Prato un clima così in città?

"Ho deciso di prendere la società biancazzurra per passione per il calcio ma anche perché si tratta di un simbolo sportivo di una città da 200 mila abitanti e la terza più grande città del centro Italia. Pensavo che il rinnovamento che portavo avesse come conseguenza un coinvolgimento cittadino. Mi ero sbagliato e di grosso. Ci sono squadre di città che hanno un quarto degli abitanti di Prato e un potenziale industriale notevolmente inferiore che hanno raccolto più risorse economiche che Prato, lo hanno fatto insieme, per un obiettivo comune. Qui a Prato c’è gente che ha l’obiettivo di parlare male degli altri... come poteva essere ben accolto uno che viene da Roma? Mi sono domandato tante volte: ma perché in questa città non remano tutti, o quasi, dalla stessa parte?".

A proposito di sinergie, presto l’incontro tra lei e la sindaca per il Lungobisenzio.

"Sì, ci vediamo presto".

Bugetti ha detto che si mette a sedere se si parla di contemporaneità tra progetto sportivo e progetto infrastrutturale.

"Sono d’accordo pienamente. L’area stadio può offrire servizi che non siano solo sportivi: da una parte aiutare la società con esercizi commerciali, dall’altra rilanciare il luogo in funzione del decoro".

L’avvocato Massimo Taiti ha lanciato sulle colonne de La Nazione il progetto tedesco per coinvolgere tifosi e imprese.

"Non mi sembra ci siano le condizioni, ma dobbiamo solo ringraziare Taiti per l’attenzione che mostra per i colori della società e della città".

L’ultimo bilancio quando lo presenterà?

"Prima di Pasqua. E anche stavolta dovrò ripianare le perdite per 800mila euro o anche di più".

Luigi Caroppo