Acca, nuova aggressione a operaio: "Un presidio contro il caporalato"

La mobilitazione dopo l’ultimo episodio ai danni di un sindacalista-lavoratore dell’azienda di logistica

Acca, nuova aggressione a operaio: "Un presidio contro il caporalato"

Acca, nuova aggressione a operaio: "Un presidio contro il caporalato"

Sono ancora 50 i lavoratori da "internalizzare" alla ditta di logistica Acca di Seano.

Ieri mattina si è svolto un altro presidio, fuori dai cancelli in via Copernico mentre si svolgeva il tavolo sindacale con azienda e SiCobas per far uscire dalle "nebbie" del sistema cooperativistico i lavoratori e porre fine allo sfruttamento.

Venerdì scorso, lo ricordiamo, c’è stato l’ennesimo sciopero per denunciare quanto accaduto ad Alì, un lavoratore pakistano: l’uomo è stato aspettato sotto casa e aggredito da due uomini incappucciati, mentre rincasava dal turno di notte. Alì fa parte dei Cobas nel magazzino ed è stato in prima linea negli scioperi contro il lavoro nero, lo sfruttamento ed il caporalato.

E’ la quinta aggressione che i lavoratori membri del sindacato alla Acca subiscono in pochi mesi. I 15 lavoratori iscritti, lo scorso anno, dopo tante lotte e incontri, sono stati internalizzati e hanno un contratto regolare, in base alla mansione di autista o magazziniere con stipendi variabili da 1700 a 2000 euro e soprattutto hanno un orario di lavoro. Tutti gli altri fanno capo ad una cooperativa e, come denunciato dai Si Cobas, subiscono un pesante sfruttamento in termini di orario (spesso 12 ore al giorno, 7 giorni su 7) e con buste paga che poi non rispecchiano le ore di lavoro effettuate (stipendio medio dai 600 agli 800 euro). "Quando Alì la mattina è andato al lavoro – racconta Francesca Ciuffi di SiCobas – i colleghi già sapevano dell’aggressione ma è stato come se nulla fosse accaduto. Questa gestione da "caporalato" deve finire e tutto questo si svolge nel silenzio delle istituzioni e forze dell’ordine: tranne il sindaco di Carmignano che è venuto venerdì al presidio a Seano, nessuno ha sollevato la questione, eppure è un fenomeno che riguarda tutta Prato. Chi ha preso coraggio e si è iscritto al sindacato, è riuscito anche a imparare l’italiano e adesso può aiutare i colleghi". Ieri l’azienda che aveva chiesto a Si Cobas l’incontro ha manifestato una possibile apertura: "Ci aggiorneremo il 16 febbraio – dice Luca Toscano dei Si Cobas – e l’azienda ha manifestato la volontà di allontanare questo gestore della cooperativa e voltare pagina, con la presa in carico diretta dei dipendenti. Ma sino a quando le cose non saranno nero su bianco non potremo dire di aver vinto la battaglia".

M. Serena Quercioli