Picco dell’influenza, festività, i soliti problemi strutturali dell’ospedale e del pronto soccorso: settimane difficili, emergenze continue sul fronte sanità. La conferma viene anche da Rosanna Sciumbata, medico di famiglia, consigliere della Lista Biffoni e presidente della commissione cinque, che in Comune si occupa di servizi sanitari. "I problemi sono evidenti, la situazione è complessa, le soluzioni non possono essere semplici", dice. "Intanto bisogna partire dai numeri – spiega Sciumbata –, conoscerli e analizzarli. Farò un accesso agli atti e porterò in commissione le cifre. Dobbiamo ad esempio sapere quanti cosiddetti accessi impropri al pronto soccorso dipendono dal fatto che le liste d’attesa per gli esami diagnostici non garantiscono tempi di esecuzione congrui. Il pronto soccorso diventa una soluzione, impropria se vogliamo, ma necessaria specialmente per chi non può permettersi di pagare una struttura privata. Le liste d’attesa sono un problema anche per noi medici di famiglia: quanto tempo impieghiamo a cercare per i nostri assistiti la possibilità di fare esami anche semplici come un’ecografia all’addome oppure una radiografia al torace, per non parlare di una tac o di una risonanza...".
Ma non è solo questo. "Gli accessi cosiddetti impropri al pronto soccorso sono anche quelli legati a situazioni di non particolare gravità, che però non trovano risposte sul territorio – aggiunge –. Lo denunciamo da tempo e le soluzioni non sono più differibili. La Regione a fine dicembre ha approvato una delibera quadro sulla programmazione dell’assistenza territoriale che prevede vari strumenti, dalle case della salute, al ruolo delle Aft, le aggregrazioni funzionali dei medici sul territorio, alle cure domiciliari. Un sistema integrato di interventi e servizi, che potrebbe ottenere il finanziamenti del Pnrr: è il momento di declinarlo nei dettagli operativi, di iniziare a farlo partire concretamente. Detto in parole semplici, nei territori si deve creare una squadra di pronto soccorso che possa filtrare quegli accessi impropri che intasano l’ospedale con tutti i disagi che ne conseguono, per i pazienti e per gli operatori sanitari". L’unica casa della salute che funziona in città resta per ora quella di via Fra Bartolomeo a Prato Est, inaugurata ormai due anni fa. La speranza è di poterne aprire presto una anche nella zona sud. Sarebbe un presidio importante da attivare per le emergenze meno gravi, soprattutto nei fine settimana e durante le ore notturne. Se ne parla da più di due anni, purtroppo.
La carenza di personale medico non aiuta: un problema non solo pratese. "Ci sono gli specializzandi, ma anche i pensionati che potrebbero dare un contributo – sostiene Sciumbata –. Creiamo le condizioni per cui lo facciano nel pubblico, invece che nel privato come spesso accade. Lo ribadisco: non esistono soluzioni semplici a un problema complesso, ma le soluzioni vanno trovate. Fra i cosiddetti accessi impropri al pronto soccorso ci sono anche quelli di natura che potremmo definire sociale. Penso agli anziani che vivono soli e che a casa da soli non possono restare da un giorno all’altro, se stanno male. Anche questo è un aspetto da valutare – conclude la presidente di commissione –, che richiede un maggiore coordinamento fra medicina ospedaliera e serivizi territoriali, come purtroppo da anni sostengo".
an. be.