Era stato accusato da una collega di averla palpeggiata nella ditta di facchinaggio dove entrambi lavorano. Una situazione imbarazzante che ha portato l’uomo, 39 anni, sul banco degli imputati per rispondere della pesante accusa di violenza sessuale. La donna si era costituita parte civile ma durante il procedimento, senza nessun particolare motivo, ha deciso di ritirare la costituzione. L’uomo si è sempre dichiarato innocente rendendo anche dichiarazioni spontanee. Ieri è arrivata la fine dell’incubo: il trentanovenne, difeso dall’avvocato Mirko Benedetti, è stato assolto in rito abbreviato dopo che anche il pubblico ministero aveva chiesto la sua assoluzione. Il gup , Francesca Scarlatti, non ha fatto altro che ratificare le due richieste. Il fatto risale al giugno del 2022 quando l’uomo chiese alla giovane collega se poteva cambiarsi la maglietta in quanto era sporca di sudore. La donna lo aveva condotto in uno sgabuzzino dove c’erano le maglie: qui – secondo il racconto della collega – l’uomo l’avrebbe toccata nelle parti intime. La ragazza si mise a gridare per chiedere aiuto e dopo riuscì a uscire. Durante il processo, l’imputato ha reso dichiarazioni spontanee rigettando la ricostruzione fornita dalla ragazza e dicendo di non aver mai fatto nulla di simile anche perché sposato. Ha portato alcuni testimoni in sua difesa. Ieri l’assoluzione.
L.N.