REDAZIONE PRATO

"Acqua benedetta, preghiere e ramoscello Le famiglie rispondono con entusiasmo"

Don Giovanni Chiti: tutto in una busta, chi vuole può ritirarla in parrocchia. "E speriamo che sia l’ultima festa da trascorrere così"

Don Giovanni Chiti, 45 anni, parroco della Sacra Famiglia in via papa Giovanni XXIII, ha scelto di distribuire un kit fai-da-te per la benedizione pasquale anziché fare il consueto giro delle abitazioni. Una scelta dettata dalle regole anticovid e nella speranza che questa sia l’ultima Pasqua che passeremo con restrizioni del genere. Don Giovanni nel frattempo si è vaccinato con il siero di AstraZeneca, non in quanto sacerdote ma come insegnante (è docente di religione a San Niccolò), quindi parte di una delle categorie inserite dalla Regione nella fase uno della campagna vaccinale. "Ho avuto un po’ di febbre il giorno dopo, ho fatto una dormita da record e il giorno dopo ero a posto", spiega.

Don Giovanni, come è nata la scelta di preparare un kit per la benedizione fai-da-te da consegnare alle famiglie?

"Siamo partiti da una considerazione di buon senso, abbiamo ritenuto opportuno e consono alle regole antiCovid evitare di passare dalle case. Così abbiamo mandato una lettera a tutte le famiglie della parrocchia per esprimere la nostra vicinanza in un momento così delicato e difficile e abbiamo fatto presente a tutti i parrocchiani di aver preparato qui in chiesa il kit della benedizione. Ogni fedele potrà venire a ritirarlo qui in chiesa nell’arco di tutto il mese di marzo".

Cosa c’è nella busta che viene consegnata a chi ne fa richiesta?

"Il kit è così composto: abbiamo la preghiera della famiglia, la bottiglietta dell’acqua santa con l’immagine di San Giuseppe, perché quest’anno sarà l’anno a lui dedicato, come ha deciso Papa Francesco, e un rametto di ulivo perché anche per la Domenica delle Palme non potremo dare il tradizionale ramo benedetto".

Una scelta di "sacerdozio comune".

"Nella comunicazione ai fedeli abbiamo anche sottolineato che, in forza del proprio battesimo, in ogni famiglia si può pregare insieme e fare una benedizione per cui in fondo ci siamo in qualche modo tenuti nella linea della Chiesa ma ci siamo anche inventati una proposta alternativa".

Qual è stata la reazione dei suoi parrocchiani?

"La nostra iniziativa sta già riscuotendo attenzione e oserei dire anche successo".

Questa è la seconda Pasqua che passiamo in tempo di pandemia.

"Speriamo che sia l’ultima Pasqua da trascorrere così. Ora si vive un po’ giorno per giorno, anche aspettando quelle che saranno le direttive del Governo e delle autorità, ma noi cercheremo di avere sempre la chiesa aperta. Alcuni riti non si potrano celebrare però credo che stiamo andando verso la luce. In fondo la Pasqua di Resurrezione per noi è questo, è la luce, è fonte di speranza e di gioia e anche un momento di preghiera per le persone che stanno vivendo un momento particolarmente delicato. Non solo per un’afflizione personale, un’angoscia, un dolore, una malattia, ma anche dal punto di vista economico e di altre questioni, quindi che questa Pasqua porti una benedizione e un po’ di serenità a tutti".

Luca Boldrini