
Galileo Pacini in quarant’anni di carriera ha progettato e diretto lavori per la realizzazione di immobili, centri commerciali, grattacieli e opere di urbanizzazione in tutto il mondo. Dall’Europa alla Mongolia, dalla Toscana all’Africa. Un percorso vissuto fianco a fianco col socio e amico Patrizio Puggelli, iniziato nel 1981, subito dopo la laurea, con l’apertura dello studio di ingegneria e architettura Edilprogetti. Un’azienda nata come società semplice e trasformata poi nel corso dei decenni in uno studio leader nel settore, trasferendo la sede in via Bovio in un fabbricato la cui progettazione è attribuita a Pier Luigi Nervi. Pacini ha lottato per un mese contro il covid. Ha contratto il virus il 29 marzo e due giorni dopo era già ricoverato al Santo Stefano con la febbre alta. Le sue condizioni si sono aggravate il 20 aprile, quando si è reso necessario il trasferimento in terapia intensiva. Poi, purtroppo, sabato scorso è arrivata la notizia del decesso. Aveva 66 anni. Pacini lascia i figli Greta e Guido. Ieri mattina sono stati celebrati i funerali in Duomo, in una cattedrale piena di amici, colleghi e clienti. Del lavoro di Pacini si possono vedere le tracce in vari punti di Prato e dell’area metropolitana. In città ha realizzato un maxi complesso residenziale in viale Galilei che si affaccia fino a piazza del Mercato Nuovo. E’ stato premiato a Milano per la progettazione innovativa degli edifici in housing sociale di via di Gello. A Calenzano porta la sua firma la facoltà di architettura, che ospita il corso di disegno industriale. E sul retro dell’università ha progettato e diretto i lavori del maxi complesso residenziale composto di 350 alloggi. A Firenze invece ha seguito il ‘Conventino’ per l’Arcidiocesi. Poi l’impegno all’estero. Centri commerciali in Mongolia, le torri gemelle del Congo alte 60 metri, i mercati generali, un cimitero comunale che si estende per 100 ettari. E ancora un complesso alberghiero in Uganda e una spa in Marocco. "Galileo era una persona riservata ma dall’altruismo smisurato. Un grande professionista, tutto etica e lavoro" ricorda il socio e amico Patrizio Puggelli. "Era un uomo buono, capace di vedere sempre il lato positivo delle cose. Una qualità che fa la differenza in un settore come il nostro. Abbiamo vissuto in simbiosi, ha insegnato tantissimo a tutti, compreso a mio figlio Andrea. Gli sarò sempre grato per tutto".
Stefano De Biase