REDAZIONE PRATO

"Addio prof, sei stato un maestro di vita"

Il funerale di Roberto Nania ucciso a 63 anni dal virus. Il dolore di familiari, colleghi e studenti alla cerimonia trasmessa anche sui social

"Roberto ha dato la vita per la scuola". Ha esordito così padre Simone Panzeri all’inizio dei funerali del professor dell’istituto Fedi-Fermi di Pistoia, Roberto Nania, nato a Poggio a Caiano e morto a soli 63 anni dopo aver contratto il Covid presumibilmente in classe a fine febbraio. L’ingegnere e insegnante di elettronica si è spento all’ospedale di Careggi dopo un mese di lotta contro il virus. I medici hanno persino tentato di salvarlo con l’Ecmo, la macchina per la respirazione extracorporea. "La vita di Roberto è stata un dono d’amore", ha detto il parroco ieri dalla chiesa pistoiese di San Francesco, durante la cerimonia trasmessa anche sui social. "Ciascuno può riconoscere quanto preziosa è stata la sua vita per voi – ha continuato –. Ha donato qualcosa a ciascuno, ha lasciato il segno".

Una funzione sobria con tante testimonianze di amici e studenti. Ognuno ha ricordato il prof Nania come una persona davvero eccezionale e un maestro di vita per tanti ragazzi che avevano smarrito la strada e che lui ha risollevato e rimesso in carreggiata. "È stata une persona che amava la bellezza – ha ricordato un caro amico –. Roberto ha avuto una missione che non era quella di cambiare il mondo ma quella di cambiare le persone che incontrava. Attraverso la cultura, attraverso la bellezza e i suoi viaggi. Non sopportava le persone che non avessero interessi, che fossero aride. Per lui la vita era arte. Esagerato, spontaneo, estremo, non convenzionale, Roberto era eccezionale". "È stato un insegnante di vita, “lasciate il segno“ diceva ai suoi alunni – ha aggiunto un collega e amico –. Amava ogni forma di arte e bellezza. Uomo intelligente capace di leggere tra le righe, di raccontare la storia dietro ogni persona. Ora sei partito per un nuovo viaggio". Emozionanti le parole dei suoi studenti con cui stava preparando a gennaio, prima di ammalarsi, la maturità. "Caro prof mai avrei pensato di vivere tutto questo – esordisce un suo alunno –. Avevi sempre una parola di conforto. Sei stato il nostro insegnante di vita. Ci spiegavi anche 800 volte gli argomenti in modo che li capissero tutti. Avevamo fatto una scommessa sull’esame, non abbiamo fatto in tempo a vedere chi avrebbe vinto".

"I suoi lunghi capelli hanno fatto la storia – ha aggiunto un altro studente – Una leggenda per tutti noi. Roberto credeva in noi e finché qualcuno crede in noi nessuno dovrà sentirsi solo". Al termine della cerimonia le lacrime dietro le mascherine si sono trasformate in un lungo applauso per il loro caro prof, un docente amato e che verrà ricordato da intere generazioni.

Michela Monti