Affitto scaduto L’Archivio di Stato cerca casa

Pubblicata l’indagine immobiliare. Ma la Fondazione Casa Pia dei Ceppi: "Atto dovuto. Abbiamo tutto l’interesse che resti a Palazzo Datini"

Affitto scaduto L’Archivio di Stato cerca casa

L’Archivio di Stato si trova all’interno di Palazzo Datini

L’Archivio di Stato di Prato cerca casa. Da metà agosto, infatti, è stata pubblicata un’indagine immobiliare per individuare una struttura in affitto che abbia come caratteristiche una superficie lorda di 1.400 metri quadri distribuiti su uno o più piani e una configurazione planimetrica adatta a ospitare 3.500 metri lineari di documentazione archivistica. L’Archivio di Stato è storicamente ospitato a Palazzo Datini, in via Ser Lapo Mazzei, ma il contratto d’affitto è scaduto. Da qui la procedura pubblica per individuare un immobile da prendere in affitto.

La pubblicazione dell’indagine immobiliare ha messo in allarme l’opposizione, con il capogruppo della lista civica Gianni Cenni Sindaco, Leonardo Soldi a invocare una mobilitazione cittadina: "Il possibile trasferimento dell’Archivio di Stato dalla storica Casa di Francesco Datini sarebbe un grave impoverimento per la città. L’archivio contiene documenti che appartengono a questo contesto, e non può essere spostato altrove". A spiegare quanto sta succedendo è direttamente la Fondazione Casa Pia dei Ceppi. "È una procedura ministeriale standard – spiegano -, un atto dovuto. Di fronte alla necessità di rinnovare il contratto d’affitto, il ministero deve attivare un’indagine di mercato, ma la Fondazione ha tutto l’interesse a confermare la presenza dell’Archivio di Stato all’interno di Palazzo Datini. Possiamo anticipare che presenteremo la nostra offerta di contratto d’affitto. La nostra collaborazione con l’Archivio di Stato ha un valore storico inestimabile". La scadenza dell’indagine immobiliare è fissata per il 14 settembre. I risultati saranno pubblicati sul sito dell’Archivio di Stato.

L’altro fronte di dibattito intorno a Palazzo Datini, sollevato dallo stesso Soldi, è quello della presenza dell’housing sociale al primo piano dell’immobile. "È una situazione anomala, che va superata perché questi spazi devono essere utilizzati in modo trasparente e conforme alla loro natura storica e culturale, attualizzando il testamento del Datini ai tempi moderni - dice Soldi -. La gestione della Fondazione Casa Pia dei Ceppi è fuori controllo perché il Comune non ha mai esercitato adeguatamente la sua funzione di supervisione". A replicare è la stessa Fondazione: "Da decenni abbiamo una serie di attività sociali, fra cui alcuni appartamenti dati in affitto calmierato a persone in difficoltà economica. Soggetti, tra l’altro, spesso segnalati dai servizi sociali del Comune. Un’attività per giunta prevista dallo statuto della Fondazione e su cui non si capisce che tipo di chiarezza andrebbe fatta".

Sdb