Aggressioni a luci rosse. Adescato e picchiato. Ma in aula la vittima non riesce a parlare

Kevin Mingoia, condannato per l’agguato a Martina Mucci, è indagato insieme a tre coetanei per estorsione e rapina ai danni di un trentenne contattato su social per soli uomini. Il tormentato incidente probatorio.

Aggressioni a luci rosse. Adescato e picchiato. Ma in aula la vittima  non riesce a parlare

Kevin Mingoia, 19 anni, è indagato per estorsione e rapina

Una testimonianza difficile. A volte si copriva il volto, a volte aveva difficoltà a esprimersi, forse per i temi scabrosi di cui era costretto a parlare e che lo vedevano protagonista. Si è svolto ieri, dopo una serie di rinvii, l’incidente probatorio alla vittima di una presunta estorsione e rapina avvenute durante quello che doveva essere un incontro a luci rosse fissato su un social network. Gli indagati sono quattro e fra questi c’è anche Kevin Mingoia, 19 anni, difeso da Antonio Bertei, che di recente è stato condannato a sei anni e 8 mesi per la violenta aggressione e per lo sfregio in danno di Martina Mucci, la cameriera picchiata la notte del 21 febbraio 2023. Mingoia era uno dei picchiatori inviati – dietro pagamento – dall’ex fidanzato della ragazza, Emiliano Laurini (condannato a 9 anni). Mingoia si trova ora indagato in un secondo procedimento insieme a Haitame Majdallah, 19 anni, Moustafà Abo Aziz, 21 anni, Cristian Plotegher, 20 anni, tutti dell’hinterland fiorentino. Nel procedimento sono accusati di aver estorto denaro e rapinato un trentenne della provincia di Prato adescato su Grindr.

L’incidente probatorio è uno degli atti fondamentali del procedimento in quanto la ricostruzione dei fatti si basa soprattutto sulla testimonianza della parte offesa. La vittima, però, ha avuto difficoltà a ricostruire in modo chiaro quanto avvenuto, nonostante sia stato sentito in modalità protetta e con il supporto di uno psichiatra.

Secondo quanto emerso dalle indagini della procura, la vittima avrebbe contattato Mingoia e gli altri tre su Grindr, noto social network di incontri maschili. All’appuntamento, a fine dicembre 2022, si presentarono a casa della vittima Mingoia e Abo Aziz. Qui i due lo avrebbero picchiato e offeso, deriso e minacciato. Secondo quanto riferito, l’uomo avrebbe richiesto prestazioni "fuori dall’ordinario" (fra queste, ad esempio, di essere portato nudo all’interno di un cimitero nel pistoiese). La violenza dei giovani avrebbe oltrepassato ogni limite fino a costringere la vittima a eseguire tre bonifici, tramite l’app della banca sul cellulare, in favore di Mingoia: uno di 1.500 euro, uno da 300 e uno da 200. La sera successiva Mingoia sarebbe tornato con Plotgher a casa dell’uomo minacciandolo di non sporgere denuncia. Quella stessa sera, Majdallah lo avrebbe costretto a eseguire un quarto bonifico di 1.000 euro. L’uomo sporse denuncia ma senza conoscere i nomi dei suoi aguzzini. Lo fece solo dopo l’arresto di Mingoia per il caso di Martina Mucci. La vittima aveva riconosciuto, nelle foto apparse sui giornali, Mingoia come il ragazzo che lo aveva picchiato. Per la difesa non è possibile parlare di una estorsione fatta "tramite bonifici", che quindi lascia tracce. Non solo le botte sono giustificate dal fatto che l’uomo aveva richiesto "prestazioni sadomaso". La procura dovrà stringere sul caso decidendo se andare avanti oppure no. Durante le indagini sull’agguato a Martina, era già emerso questo sottobosco di personaggi violenti. Giovanissimi che vivrebbero di espedienti e avvezzi all’uso della violenza.

Laura Natoli