REDAZIONE PRATO

Agguato all’interno del locale. Rito abbreviato per i presunti killer. Ma c’è un’aggiunta alla perizia

Accolta l’integrazione delle difese alla relazione medica della procura. La vittima fu "eviscerata". I cinque imputati sono accusati di tentato omicidio. L’agguato avvenne in un locale notturno.

La polizia riuscì a rintracciare i cinque fuggitivi a Reggio Calabria e Catania. Sono ancora tutti detenuti

La polizia riuscì a rintracciare i cinque fuggitivi a Reggio Calabria e Catania. Sono ancora tutti detenuti

E’ stato disposto il rito abbreviato per i cinque cinesi che hanno aggredito e ferito gravemente con plurime coltellate un connazionale, 42 anni, all’interno del locale "Number One" di via Scarlatti nel luglio scorso. La ha stabilito ieri il giudice per l’udienza preliminare Tesi che ieri ha accolto un’integrazione della perizia medica presentata dalla difesa degli imputati. E’ ripreso così il processo per un brutto episodio di sangue avvenuto nel luglio scorso quando un imprenditore cinese nel settore delle grucce fu accoltellato all’addome all’interno del night club. L’uomo venne poi lasciato da un altro connazionale in via Marsala, sotto la sua abitazione. Furono alcuni passanti a notarlo in strada in una pozza di sangue e a chiamare i soccorsi. I cinque cinesi furono arresti poche ore dopo l’agguato mentre cercavano di lasciare l’Italia. Adesso si trovano a processo per tentato omicidio in quanto, secondo l’impostazione della procura, l’uomo venne "eviscerato" tanto che ancora oggi porta i segni di quella violenta aggressione. La difesa, avvocati Manuele Ciappi e Alessandro Fantappiè, già durante la scorsa udienza, aveva presentato l’istanza e il nuovo parere medico da usare a integrazione della perizia disposta dalla procura (pm Laura Canovai). La vittima dell’agguato, invece, si è costituita parte civile insieme alla fidanzata e al fratello (assistiti dagli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba).

L’intenzione della difesa, con tutta probabilità, è quella di tentare di derubricare il reato passando da tentato omicidio a lesioni. Due reati che prevedono pene ben diverse. Il processo è stato aggiornato al 18 marzo quando ci saranno le discussioni.

Nel frattempo, i cinque imputati si trovano ancora ristretti in carcere: quattro a Reggio Calabria (dove furono fermati dalla polizia) e uno alla Dogaia (fu bloccato a Catania e poi trasferito a Prato). A incastrarli furono le immagini delle telecamere di sorveglianza interne al locale che ripresero il momento dell’agguato. Poi furono localizzati grazie all’utilizzo di moderni software.

L’episodio risale al 6 luglio scorso e, secondo quanto accertato, sarebbe da inquadrarsi nella guerra fra gruppi contrapposti nell’ambito del redditizio mercato delle grucce. La vittima, che commercia le grucce, non avrebbe – secondo quanto emerso – aderito al cartello di due grandi produttori che dettano, a Prato, le leggi di mercato. Una guerra che è tornata alla ribalta una decina di giorni fa quando ci sono stati tre attacchi incendiari nei confronti di altrettante ditte di logistica. I titolari sarebbero, fra l’altro, legati alla vittima di questo processo.

Laura Natoli