LAURA NATOLI
Cronaca

Prato, l’escalation di violenza non ha fine: salva per miracolo dopo lo sparo in testa

Una 46enne in ospedale. Ricercato un orientale che lavora al Number One. E’ salito in auto con la donna e le ha intimato di fare un trasferimento di 10.000 euro con l’app sul cellulare. Poi il colpo con una calibro 22

Prato, l’escalation di violenza non ha fine: salva per miracolo dopo lo sparo in testa

Prato, 19 aprile 2025 – Un altro episodio di violenza fra cittadini di origine cinese. Il quarto nel giro di una settimana (di cui tre casi solo a Prato), violento, sanguinario, inquietante a dimostrazione della ferocia che sanno usare nella comunità orientale. A farne le spese, questa volta, è stata una donna cinese di 46 anni, regolare, che – ci è mancato poco – non venisse ammazzata.

Un connazionale le ha sparato un colpo di pistola a distanza ravvicinata, al collo. Come sia riuscita a sopravvivere è quasi inspiegabile. L’ogiva si è incastrata in gola: lì l’hanno ritrovata i medici che l’hanno sottoposta a un delicato intervento chirurgico per la rimozione del proiettile.

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Polizia in una foto di repertorio. L'escalation di violenza nella comunità cinese di Prato non ha fine

A salvarla – anche se non è ben chiaro – potrebbe essere stata la corteccia cerebrale oppure il poggiatesta della sua auto dove è avvenuto il tentato omicidio nella notte fra giovedì e venerdì, intorno alle 1,30. Che cosa sia successo è molto confuso e la polizia – le indagini sono state delegate alla squadra mobile – sta cercando di capire in che ambito sia maturato l’efferato delitto.

Secondo quanto riferito dal procuratore Luca Tescaroli in una nota, la vittima e l’aggressore si sarebbero conosciuti all’interno del circolo a gestione cinese “Number One” di via Scarlatti di cui l’uomo era dipendente.

Si tratta, fra l’altro dello stesso circolo dove il 6 luglio di un anno fa è stato ferito in maniera molto grave un altro cinese, Chang Meng Zhang che fu eviscerato con un coltello. Per quell’episodio in cinque sono già a processo con l’accusa di tentato omicidio. Il ferimento sarebbe avvenuto nell’ambito della faida per il controllo del mercato delle grucce.

Ma torniamo alla serata fra giovedì e venerdì scorsi: i due si sono conosciuti all’interno del circolo, come ha riferito la vittima alla polizia, e poi sono andati via insieme da via Pistoiese. L’uomo avrebbe chiesto alla donna di accompagnarlo in macchina fino a Vaiano.

Si sarebbe seduto sul sedile posteriore (non è chiaro perché) mentre la donna guidava l’auto. Arrivati a Vaiano, l’uomo ha indicato alla donna di prendere una strada appartata. Lì è cominciato il terrore.

Ha estratto una guaina stringendola, da dietro, con forza intorno al collo della donna che ha riportato un profondo solco nella pelle, segno del tentativo di strangolamento. A quel punto le ha intimato di fare un’operazione bancaria attraverso l’app di wallet sul suo cellulare e di trasferire la somma di 10.000 euro.

L’uomo, però, si è spaventato in quanto hanno incrociato una pattuglia dei carabinieri. Così ha lasciato la presa e ha costretto la vittima a tornare verso Prato. Nel frattempo i due hanno accertato che l’operazione di trasferimento del denaro non era andata a buon fine e così l’uomo ha estratto una pistola (forse una calibro 22) e le ha sparato alla testa, “all’altezza dell’orecchio”. Forse, credendo di averla uccisa, ha preso il cellulare ed è scappato.

La vittima è stata trovata, in via della Pace, con il volto sanguinante da alcuni passanti ed è stata soccorsa. Ricoverata in terapia intensiva al Santo Stefano, è stata sottoposta a un urgente intervento chirurgico, anche per estrarre l’ogiva rimasta nei tessuti che si trovano in corrispondenza dell’inizio della gola. E’ ricoverata in gravissime condizioni.

La donna è riuscita lo stesso a fornire frammentarie indicazioni alla polizia. L’uomo, che lavora al Number One, al momento è irrintracciabile. Il telefono della vittima è stato localizzato ma l’aggressore se n’è disfatto.

La procura ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di tentato omicidio e rapina aggravata ma non si esclude nessun’altra pista: dalla rapina, a un debito, alla prostituzione. Non si esclude neppure una ritorsione nell’ambito della cosiddetta faida delle grucce e della logistica che, negli ultimi mesi, ha visto una intensificazione degli episodi criminali e violenti fra minacce, intimidazioni, tentati omicidi, omicidi (quello a Roma di lunedì scorso) e incendi dolosi. Colpisce, in quest’ultimo episodio, l’efferatezza usata da un criminale pronto a sparare in testa a una donna per ottenere i soldi.