Al Metastasio. Amore e potere i volti della vita

Da domani al 7 aprile va in scena "I creditori". Opera di Strindberg con la regia di Cruciani.

Al Metastasio. Amore e potere i volti della vita

Al Metastasio. Amore e potere i volti della vita

Ancora un’altra produzione del Metastasio va in scena sul palco del teatro di via Cairoli. Dal 4 al 7 aprile Veronica Cruciani dirige Viola Graziosi, Rosario Lisma e Graziano Piazza ne "I creditori" di August Strindberg. Lo spettacolo è una coproduzione dell’ente pratese con il teatro Nazionale di Genova (feriali 20.45, sabato 19.30, domenica 16.30). Definito dall’autore come una ’tragicommedia’, "I creditori" appare un testo straordinariamente progressista per i tempi e le domande che pone sul genere e le relazioni e l’adattamento di Veronica Cruciani ne sottolinea i temi del conflitto maschile/femminile, dei rapporti di potere e della manipolazione anche grazie alla nuova traduzione di Maria Valeria Davino e Katia De Marco.

La storia è quella del giovane artista di successo Adolf che incontra il più maturo e misterioso Gustav. Questi inizia a fargli domande sulla sua compagna Tecla, instillandogli dubbi destinati a distruggere la loro relazio. Gustav, che si rivelerà essere l’ex marito lasciato da Tecla, troverà la sua vendetta approfittando della debolezza di Adolf e della sua rabbia repressa.

"La struttura a prima vista sembra quella del triangolo borghese, ma invece siamo lontanissimi dal naturalismo. I tre personaggi rappresentano tre diverse visioni del mondo che non si incontrano. È un dramma della crudeltà, dello scontro violento tra vittime", afferma la regista. Lo spettacolo si interroga sull’idea di potere, amore, manipolazione e debito che le persone hanno reciprocamente "e nel mio lavoro ho voluto fare emergere soprattutto una critica alla disuguaglianza di genere e all’ipocrisia, alla mascolinità tossica", chiosa Cruciani.

Le scenografie di Anna Varaldo suggeriscono uno spazio mentale e onirico, la drammaturgia sonora di John Cascone esalta la condizione psichica allucinata dei personaggi, i costumi di Erika Carretta evidenziano la differenza tra i personaggi maschili, ancorati all’Ottocento, e Tecla, proiettata nel Novecento. Le luci sono di Gianni Staropoli.