
La commissione di inchiesta finisce i lavori con due relazioni ma ci sono punti comuni per dare forza alla prevenzione .
PRATOLa speranza adesso è che le raccomandazioni delle due relazioni (di maggioranza e opposizione) uscite dalla Commissione d’inchiesta toscana sulle alluvioni del ’23 vengano raccolte dal consiglio regionale senza pregiudizi e strumentalizzazioni al fine di migliorare, in tempi relativamente rapidi, il fronte della prevenzione e il sistema di allerta. Alla conclusione dei lavori ogni parte politica rivendica la bontà della propria analisi. Ci sono fortunatamente punti comuni in uno scenario di accuse incrociate (il centrosinistra chiama in causa il governo e i soldi non stanziati a sufficienza; il centrodestra punta i riflettori sulla mala amministrazione di decenni di guida regionale).
Ha partecipato a molte sedute della Commissione l’ex sindaco di Poggio a Caiano e attuale consigliere regionale del Pd Marco Martini. "La relazione di maggioranza della Commissione d’inchiesta sull’alluvione del novembre 2023 contiene anche alcune proposte importanti" evidenzia. Secondo Martini bisogna intervenire su più fronti come evidenziato dalla relazione finale: rafforzare il sistema di allertamento attraverso una revisione della direttiva della presidenza del Consiglio dei ministri a cui la Regione deve obbligatoriamente attenersi, rivedere i parametri di finanziamento statale ed europeo e snellire la burocrazia. Ma non solo: "Proponiamo, tra le altre cose, di migliorare l’informazione ai cittadini in caso di allerte, rivedere il Codice di Protezione Civile, incrementare i fondi statali per gli interventi di riduzione del rischio idraulico e, a livello europeo, rendere più veloci e accessibili i meccanismi di sostegno post-emergenza". È fondamentale "garantire risorse pari a 1,1 miliardi per le opere prioritarie già segnalate: solo così potremo evitare che gli interventi restino incompiuti". Vanno inoltre, secondo Martini, semplificate le procedure e potenziate le attività di bonifica e protezione civile, coinvolgendo i Consorzi, i Comuni e le forze del volontariato. "Ogni ritardo o ostacolo burocratico ricade infatti sui nostri territori, che hanno bisogno di risposte rapide e adeguate". Da questi eventi tragici "dobbiamo imparare che prevenzione, investimenti e un coordinamento efficiente tra istituzioni sono le uniche strade per tutelare le persone e difendere il nostro territorio dal rischio idraulico e idrogeologico. Non si parte certo da zero e c’è un lavoro fatto, importantissimo, ma che adesso deve vedere il Governo mantenere gli impegni assunti" conclude Martini.
Sui Consorzi di bonifica ha puntato l’attenzione la relazione del centrodestra: "L’attività dei Consorzi di bonifica – cui è attribuita la principale attività di manutenzione del reticolo idraulico ma non solo e non su tutte le categorie di opere - è una attività che deve essere oggetto di un monitoraggio molto più stringente" si legge. "In un’ottica di rafforzamento della collaborazione interistituzionale, si ritiene possibile sviluppare un aggiornamento delle attività di monitoraggio e controllo sull’attività resa dai Consorzi di Bonifica anche mediante relazioni a cadenza programmata trasmesse al Consiglio regionale".
La relazione di Elisa Tozzi, Massimiliano Baldini e Marco Stella ha messo in evidenza anche il ruolo fondamentale, nell’ambito della programmazione, che ha l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale, sotto la regia del segretario Gaia Checcucci: aggiorna costantemente le mappe e i Piani di rischio idrogeologico.
Ieri il governatore Eugenio Giani in consiglio regionale ha riferito dell’attività svolta nelle recenti giornate di allerta arancione e rossa di metà marzo: "La risposta a quanto accaduto tra venerdì 14 e sabato 15 marzo è stato frutto di una previsione ben calibrata dalla Regione attraverso sistemi di allarme e comunicazioni agli enti locali, chiamati ad assumere le azioni conseguenti". La Regione "ha sufficientemente innalzato il livello di allerta, ed il lavoro dei sindaci con provvedimenti adeguati ha funzionato" (chiusura di scuole, negozi, attività produttive) come avvenuto a Prato e nei comuni della provincia. Forti critiche da Marco Stella, capogruppo regionale di Forza Italia: "E’ dall’alluvione del 2023 che la Toscana è colpita da gravi eventi alluvionali, cosa ha fatto la Sinistra al governo della Regione per evitarli? Nel 2023 nel mese di novembre la Toscana è stata investita da un ondata di maltempo che ha causato ingenti danni, colpendo oltre 200 Comuni e causando purtroppo 8 morti, lasciando ancora oggi conseguenze su famiglie ed imprese che sono state stimate in circa 2,5 miliardi". E ancora: "Ad oggi la delibera delle allerte è la stessa che ha causato le alluvioni, comprese quella gravissima del 2023, ed è una delibera del 2015 che la giunta non ha mai cambiato: cosa aspetta ad aggiornare il sistema delle allerte la Regione? Mentre si continua ad insistere sugli inutili carrozzoni dei Consorzi di Bonifica che hanno certificato la loro inutilità con le alluvioni di questi anni".
Luigi Caroppo