SILVIA BINI
Cronaca

Prato, decine di aziende sono ancora ferme: "Bloccate il fisco"

La metà delle attività danneggiate non è riuscita a riprendere il lavoro. Intanto arrivano le prime scadenze, come il versamento Iva. Confindustria di nuovo in pressing sul governo per rimandare tutto

Prato, decine di aziende sono ancora ferme: "Bloccate il fisco"

Prato, 15 novembre 2023 – Da una parte decine di aziende ancora ferme, dall’altra il calendario del fisco che invece corre eccome. In mezzo Confindustria, che cerca di aiutare le prime bloccando il secondo, per ora senza successo. Il monitoraggio dell’associazione sulle imprese colpite dall’alluvione del 2 novembre continua e il resoconto non è confortante: se alcune attività, meno danneggiate, sono ripartite se non a pieno regime almeno in misura significativa, altre sono invece ancora inattive e in qualche caso lo rimarranno per alcune settimane.

In particolare delle 150 attività industriali censite da Confindustria Toscana Nord nell’area di propria pertinenza, la metà ha riportato danni così consistenti da non aver ancora ripreso l’attività. Tra le industrie colpite dal maltempo, 100 appartengono al comparto tessile di Prato e Pistoia, più i comuni fiorentini di Campi Bisenzio e Calenzano che fanno parte parte del distretto pratese, mentre altre 50 industrie fanno parte di altri settori manifatturieri delle province di Prato, Pistoia e in minor misura Lucca.

"Si conferma quindi la gravità degli effetti degli eventi atmosferici del 2-3 novembre, con ripercussioni rilevanti anche al di là delle stesse aziende colpite – si legge in una nota dell’associazione – molte di esse infatti sono parte di filiere produttive che risentono della situazione in tutta la loro articolazione".

Nonostante questo quadro difficile, le imprese sono ancora in attesa di veder accolte le richieste di un decreto legge che sospenda gli adempimenti tributari, contributivi, previdenziali, amministrativi e ambientali a carico delle stesse nei territori alluvionati.

«Le prime scadenze sono a ridosso – insiste Confindustria – Il 16 novembre è la data ultima per alcuni adempimenti fiscali tra cui l’Iva, oltre che per l’utilizzo in compensazione dei bonus energia e gas del 1° e 2° trimestre 2023; poco oltre, il 30 novembre, toccherà all’Irap e all’Ires. Lo stesso 30 novembre è anche il termine per l’effettuazione degli investimenti su beni materiali Industria 4.0 e comunque prenotati entro il 31 dicembre 2022". Insomma, servirebbe un intervento immediato per bloccare tutto, ma ad ora non sono arrivate risposte dal governo. La situazione è complicata, anche perché alcune aziende nell’alluvione hanno perso pure materiale d’archivio e macchine d’ufficio.

Tutto questo mentre domani sono in calendario versamento Iva, ritenute fiscali e contributi previdenziali per i dipendenti, più l’utilizzo in compensazione dei bonus energia e gas del 1° e 2° trimestre 2023; il 30 novembre ci sarebbe il versamento della seconda rata di acconto per imposte sui redditi (Ires/Irpef) e l’Irap, più l’invio della dichiarazione dei redditi e dell’Irap relative al 2022; infine il 16 dicembre è previsto il versamento del saldo Imu 2023, più Iva, ritenute fiscali e contributi previdenziali per i dipendenti. Davvero troppo per chi ancora non riesce a lavorare.