MARISTELLA CARBONIN
Cronaca

Alluvione, le imprese romagnole: "Danni per 200 milioni. Ma dei soldi promessi non è arrivato nulla"

Bozzi, presidente di Confindustria Romagna: "Le nostre aziende sono tutte ripartite contando solo sulle loro forze". E’ stata attivata la piattaforma informatica Sfinge per la richiesta di contributi

Roberto Bozzi, presidente Confindustria Romagna

Roberto Bozzi, presidente Confindustria Romagna

Prato, 16 novembre 2023 – "I soldi promessi? Al momento non è arrivato un centesimo. Il software dedicato alla richiesta del contributo danni è stato attivato proprio oggi (ieri, ndr) . Le imprese romagnole sono ripartite contando sulle loro forze". Così Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, a sei mesi dall’alluvione che ha piegato questa fetta d’Italia, la sua gente, le sue imprese. E così proviamo a guardare oltre l’Appennino per capire, forse, cosa aspettarci.

La conta dei danni fatta da Confindustria Romagna è arrivata a 200 milioni di euro, con 130 aziende colpite. Eppure in queste settimane, a sei mesi dall’alluvione, ha parlato con amarezza del mancato arrivo degli aiuti promessi dal Governo. Perché non è arrivato ancora nulla?

"La strategia del Governo e della Regione è stata quella di tentare prima di tutto di mettere in sicurezza il territorio, e la viabilità. Era una priorità, giustissimo. Ma ora bisogna iniziare a bussare per avere un po’ di denaro. Ci era stato promesso che ci avrebbero rimborsato fino all’ultimo centesimo. Bene, ma anche il tempo conta. Il software Sfinge (quello che era stato usato per il terremoto in Emilia, ndr) è stato attivato ora".

E come funziona?

"La piattaforma informatica raccoglierà i dati di imprese e famiglie che intendono chiedere il rimborso. Ma ad ora il rimborso che può arrivare a un’impresa è fino a 40mila euro massimo".

E le aziende che hanno subito danni maggiori?

"Devono aspettare. Al momento non ci sono certezze per loro, non si sa nè come nè quando arriveranno i soldi. La situazione è veramente lunga e richiede impegno e spese notevoli"

Perché il software per chiedere i rimborsi è stato attivato solo ora, a sei mesi dal disastro?

"Perché prima si è pensato ad altro. La cosa più importante: tappare i buchi dei fiumi. Un’altra alluvione non sarebbe stata sopportabile".

Come giudica il lavoro del commissario Figliuolo?

"L’ho conosciuto. Lo reputo validissimo, tecnicamente molto organizzato. Il mio è un giudizio positivo. In pochi mesi è riuscito a capire quali erano davvero i problemi più urgenti, ha mappato tutto il territorio per capire dove andavano messi i soldi. Poi ci sono i tempi tecnici e la burocrazia ad allungare i tempi".

Come sta la Romagna ora? Quante aziende ancora non sono ripartite?

"La Romagna non è stata brava, è stata bravissima. E’ riuscita a ripartire in brevissimo tempo. Abbiamo solo 2-3 aziende ancora ferme. La risposta degli imprenditori è stata eccezionale, e anche dei dipendenti che da subito si sono rimboccati le maniche per aiutare le aziende a ripartire".

Come vi siete mossi, le prime settimane, come Confindustria Romagna, nell’opera di ricognizione dei danni?

"Abbiamo contattato azienda per azienda già la prima settimana dell’alluvione. E poi la settimana dopo ancora, chiedendo la stima dei danni".

L’alluvione ha avuto un impatto sull’occupazione, con un maggiore ricorso alla cassa integrazione?

"In realtà c’è stato un bassissimo ricorso alla cassa integrazione, perché nel giro di poche settimane quasi tutte le aziende sono ripartite. E questo è un bellissimo segnale. La voglia di ripartire ha dato la spinta a tutti. E gli imprenditori lo sanno: fermarsi significa rischiare di perdere quote di mercato".

Proviamo ad ‘approfittare’ dell’esperienza romagnola. Che consiglio dà agli imprenditori pratesi?

"Di non stare fermi ad aspettare i ‘soccorsi’ perché tarderanno ad arrivare. E infine un messaggio: ci sentiamo ancora più vicini in questo disastro, siamo pronti a dare una mano".