Rispuntano le tende dei lavoratori, appoggiati dal sindacato del Sudd Cobas, al Macrolotto. Questa volta sono state piantate di fronte alla "Linea Glamour", in via Aldo Moro, un’altra azienda tessile a gestione cinese che è sparita dalla sera alla mattina lasciando decine di operai a piedi. E’ quanto denuncia il sindacato del Sudd Cobas che nella giornata di ieri ha promosso una passeggiata pacifica per le strade del Macrolotto contro il sistema della "apri e chiudi", un meccanismo consolidato fra gli imprenditori di origine orientale usato per eludere i controlli, non pagare le tasse, gli obblighi contributivi nei confronti dei lavoratori e sparire agli occhi del fisco nel giro di un paio di anni. "Nella giornata contro il sistema ’chiudi e riapri’ una passeggiata rumorosa, partita dallo sciopero permanente alla Welltex di via Galvani, è arrivata alla Linea Glamour in via Aldo Moro, dove è iniziato un presidio permanente dei lavoratori dell’ex Tessitura Sofia di Montemurlo", ha spiegato ieri Luca Toscano, sindacalista dei Sudd Cobas che di battaglie in questi anni ne ha portate avanti (e vinte) tante. "Più di un mese fa la Tessitura Sofia di Montemurlo veniva svuotata e chiusa dalla sera alla mattina per eludere gli effetti del controllo dell’Ispettorato del Lavoro seguito alle denunce dei lavoratori – ha aggiunto Toscano –. Un modo per non pagare le multe e liberarsi dei lavoratori regolarizzati dopo il controllo. Linea Glamour e tessitura Sofia fanno parte di fatto dello stesso gruppo di impresa, tanto che molte volte i lavoratori della tessitura Sofia venivano spostati a lavorare alla Linea Glamour durante i picchi di lavoro". Un altro sistema che sarebbe emerso durante le battaglie portate avanti dai Sudd Cobas con la chiusura di una azienda e la prosecuzione della produzione in un’altra ditta collegata.
"Dove spostano il lavoro, si sposta la lotta – aggiungono dal Sudd Cobas –. La lotta al sistema ’chiudi e riapri’ va avanti ai cancelli della Linea Glamour, per la ricollocazione dei lavoratori della Tessitura Sofia".
Intanto sempre il sindacato aveva annunciato la presentazione di un esposto in procura.
Secondo il sindacato, infatti, è "necessario fare delle indagini appropriate per affrontare il tema che è molto complesso e per capire chi sono i datori di lavoro". In particolare il Sudd Cobas parte dai casi rappresentati dai lavoratori - in tutto 9, di cui 8 pachistani e uno afgano - "della stamperia Arte93, della tessitura Sofia e di Moda Oro".
La sindacalizzazione nella stamperia Arte93, come scriveva il sindacato in una nota, "era nata a partire dal rifiuto dei lavoratori di firmare dimissioni fittizie volute dall’azienda nel quadro di una ormai nota operazione ’chiudi e riapri’ per evitare di pagare contributi e tasse e per proteggersi da eventuali sanzioni. Precedentemente la Arte93 era la Eco srl (ditta a cui tutt’ora sono intestati i contratti dei lavoratori)". Adesso la battaglia va avanti alla Linea Glamour.
L.N.