"Siamo dispiaciuti, ma allo stesso tempo siamo tranquilli e fiduciosi, in quanto siamo assolutamente consapevoli dell’operato svolto dal Comune di Montemurlo nella terribile circostanza dell’alluvione del 2 novembre e precedentemente". Sono amareggiati il sindaco di Montemurlo Simone Calamai e l’assessore alla Protezione civile Valentina Vespi, tra i quindici indagati per l’alluvione avvenuta nella notte tra il 2 e 3 novembre 2023.
La Procura contesta i reati di omicidio e disastro colposi, in seguito alla morte di Alfio Ciolini, 85 anni, deceduto nel salotto della sua abitazione in via Riva, allagato per l’esondazione del torrente Bagnolo. Insieme al sindaco sono indagati la responsabile della protezione civile comunale Sara Tintori, la specialista tecnica Alessandra Casali e l’ispettore della polizia municipale Stefano Grossi.
"Un lavoro che abbiamo sempre portato avanti nell’interesse massimo per tutta la collettività - dicono Calamai e Vespi -. Il Comune Montemurlo ha fatto tutto quello che poteva mettere in atto a tutela della sicurezza dei cittadini di fronte ad un evento di portata eccezionale, la cui evidenza è chiara a tutti. L’amministrazione comunale ha sempre svolto un lavoro puntuale e totalizzante, senza mai risparmiare un briciolo di energia di fronte alle esigenze dei nostri cittadini e del territorio. Anche in quell’occasione abbiamo fatto tutto ciò che operativamente era possibile, di fronte ad un fenomeno straordinario, come d’altronde dimostrano le ripercussioni che ha avuto e che sono andate ben al di là delle zone sotto indagine. Per questo attendiamo con fiducia l’operato della magistratura".
Gli inquirenti contestano inoltre una condotta di falso ideologico in atto pubblico da parte di alcune figure del consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno per un lavoro di somma urgenza disposto all’indomani dell’alluvione a Bagnolo di Sotto, nel comune di Montemurlo: in particolare secondo quanto riferito dalla Procura, guidata da Luca Tescaroli, i due tecnici del Consorzio avrebbero fatto risultare l’esistenza di un tratto di argine murato lungo 30 metri e distrutto dalla piena, che in realtà non era mai stato realizzato.
Ricevuto l’avviso di conclusione indagini, gli indagati entro 20 giorni potranno prendere visione degli atti a loro carico e chiedere di essere interrogati dai titolari dell’inchiesta, i pm Valentina Cosci e Alessia La Placa. La Procura contesta la mancata adozione di misure appropriate di protezione civile nelle ore in cui – a fronte di allerte meteo gialla per temporali e arancione per rischio idrogeologico-idraulico diramate dalla Regione Toscana – la situazione stava rapidamente precipitando. I sindaci avrebbero, ad esempio, potuto emettere ordinanze per impedire il traffico veicolare. Allo stesso tempo vengono contestate mancate opere di prevenzione dal rischio idraulico in un territorio già colpito in precedenza da alluvioni come accadde nel 1992 a Poggio a Caiano.
Secondo l’inchiesta, nonostante fosse noto il rischio idraulico di alcuni corsi d’acqua, non sarebbero stati fatti interventi particolarmente significativi in termini di sistemazione; i riferimenti, per il territorio di Montemurlo, sono al torrente Stregale e al Bagnolo.
Silvia Bini