LAURA NATOLI
Cronaca

Prato, i mali del tribunale: dopo il topo l’amianto nei condizionatori. “A rischio la salute della gente”

Servizi a singhiozzo. Le cancellerie civili e del dibattimento e alcune stanze dei giudici sono ancora senza corrente. L’Anm di Prato convoca un’assemblea pubblica: “Da decenni manca la volontà politica di dare dignità al palazzo di giustizia”

Il palazzo di giustizia

Il palazzo di giustizia

Prato, 26 novembre 2024 – Aule al gelo, cancellerie ancora senza corrente e i metal detector non attivi. Ieri mattina tutta l’ala destra del palazzo di giustizia era inagibile dopo che venerdì scorso un topo si è infilato in una centralina elettrica creando un corto circuito. Il topo, così come è stato appurato, ha rosicchiato alcuni fili causando il guasto e restando, chiaramente, carbonizzato. E’ solo l’ultima grana, in ordine di tempo, che il tribunale di Prato è costretto ad affrontare: negli anni siamo passati dagli atavici problemi di caldo/freddo in estate/inverno, alle infiltrazioni di acqua visibili in gran parte dei muri perimetrali della struttura, alle coperture dei soffitti che cadono a pezzi, alla accertata presenza di topi (uno fu trovato perfino a scorrazzare sulla scrivania di un magistrato tanto da richiedere una derattizzazione di urgenza), fino all’ingresso del palazzo assediato da anni dai lavori per la sistemazione dell’entrata principale (perfino il sottosegretario Sisto nella sua visita in tribunale ne rimase indignato). Per inciso, i lavori vanno avanti a singhiozzo dal 2019 e la fine del cantiere appare un miraggio. I bagni, poi, meriterebbero un capitolo a parte: spesso al buio, con lo scarico rotto e in cui manca perfino la carta igienica. Non esiste nemmeno il bar: chiuso da oltre un anno e senza un bando per cercare una nuova gestione.

Nella desolazione più totale, ieri mattina i tecnici erano al lavoro per tentare di sistemare il quadro elettrico dopo il danno creato dal topo. «I computer nelle cancellerie civili, del dibattimento e nelle stanze dei giudici penali non funzionano. Abbiamo sistemato i giudici in condivisione con altri colleghi, spostato le cancellerie e dato smart working straordinario», ha fatto sapere la presidente facente funzione Lucia Schiaretti. Ieri sera le ditte incaricate hanno fatto un altro tentativo di ripristino temporaneo che è stato deciso durante la conferenza dei servizi che si è tenuta ieri mattina. Per oggi è stata convocata una nuova riunione con il provveditorato opere pubbliche per decidere sul da farsi.

Ai tanti problemi di questi giorni si è aggiunto l’allarme per la presenza dell’amianto trovato nei condizionatori. Motivo per cui il riscaldamento non può essere acceso fino a quando non sarà fatta la bonifica. Secondo quanto appreso, l’amianto sarebbe stato trovato all’interno di materiale isolante che non consente la dispersione nell’aria e dunque non sarebbe pericoloso (non essendoci la polverizzazione) ma i dipendenti sono sul piede di guerra e non si sentono affatto sicuri, oltre che a essere costretti a patire il freddo. «Non molliamo la baracca perché siamo persone serie – ha detto Walter Vizzini, segretario Fp della Cgil – ma la situazione è surreale: qui si mette a rischio la salute della gente». I dipendenti hanno convocato un’assemblea che si terrà giovedì in mattinata. Nel pomeriggio, sempre giovedì 28, è stata la sezione pratese dell’Anm di Prato a convocare un’assemblea pubblica (ore 17 nell’aula delle udienze collegiali). «Le condizioni del palazzo di giustizia pratese, già precarie, sono ormai precipitate. Nonostante gli sforzi profusi in questi anni dai dirigenti dei nostri uffici, il tribunale è ai limiti dell’inagibilità tecnica. Sono mancati, da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi decenni, la volontà politica e il necessario sostegno economico perché il circondario di Prato potesse avere un tribunale degno della sua realtà territoriale», scrivono Francesco Santarelli, presidente Anm Prato, e Valentina Cosci, segretario Anm Prato. «La situazione è drammatica – proseguono i due magistrati –. L’ultimo guasto all’impianto elettrico evidenzia due aspetti preoccupanti: da una parte, il serio e grave pericolo per la sicurezza e l’incolumità per i lavoratori e per gli utenti; dall’altra, il concreto rischio di non poter garantire il servizio pubblico che siamo chiamati a prestare. Come Anm e come magistrati, siamo chiamati a far sentire la nostra voce, nella logica della responsabilità e del servizio, a tutela del cittadino e del bisogno di giustizia della collettività, nonché della sicurezza per l’incolumità degli operatori giudiziari. La tutela dei valori costituzionali, compito primario del magistrato – la cui immagine viene pubblicamente denigrata da una politica che, al contrario di quel che dovrebbe, sembra disinteressarsi del funzionamento del servizio giustizia – passa anche per la difesa delle strutture e dei mezzi che ne consentono la quotidiana attuazione».

All’assemblea, aperta a tutti, sono stati invitati il presidente e il procuratore generale della Corte di appello di Firenze, le rappresentanze del Ministero della Giustizia e del provveditorato, il sindaco di Prato, l’Ordine degli avvocati, le Camere penale e civile, i sindacati, i dipendenti e «tutti quanti vorranno partecipare per manifestare il loro sostegno per restituire dignità al servizio giustizia», concludono i due magistrati.