A Prato, il distretto tessile più grande d’Europa, molte aziende sono rimaste ferme dal 2 agosto al 2 settembre: non accadeva da anni che la produzione si fermasse per così tanto tempo. Una situazione surreale, specchio di una crisi che morde ormai da troppo senza lasciare spazio a previsioni che facciano pensare ad una ripresa. Peraltro, un fenomeno non certo limitato al distretto pratese, ma anzi esteso a praticamente tutto il settore moda europeo e occidentale. Lo stop degli ordinativi non si è sbloccato, la produzione è ancora al palo e lo stato di salute del distretto tessile è preoccupante in crescita esponenziale, proporzionalmente alla richiesta di cassa integrazione da parte delle aziende (più avanti se ne vedrà l’utilizzo effettivo). Una richiesta avviata con il botto prima delle ferie, a luglio, e proseguita anche alla fine di agosto. Si tratta di decine di domande sia per l’industria che per l’artigianato. Il flusso delle richieste non accenna a diminuire, tanto da far dire ai sindacati che il tessile pratese avrà a che fare con un autunno duro. I dati raccolti dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord rivelano che la produzione manifatturiera pratese registra valori negativi: il secondo trimestre 2024 ha segnato un -7,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un valore pressoché coincidente con quello del tessile, che è pari a -7,5% a cui si aggiunge la caduta dell’abbigliamento-maglieria, settore arrivato a -24,2% rispetto ai trimestri precedenti. Valori sui quali gli attori del distretto si interrogano a partire dalle cause inserite in ambito globale dal covid, ai rincari di energia e materie prime fino all’instabilità geopolitica.
La filiera produttiva pratese con la sua peculiarità di piccole imprese intende far sentire le proprie esigenze. Così dopo il Tavolo della moda del 6 agosto scorso al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), il 18 settembre l’assessora regionale Alessandra Nardini sarà a Roma, convocata dal capo di gabinetto del Ministero del Lavoro, per un focus sulle questioni stringenti della Toscana. Un passo in avanti perché l’attenzione possa essere rivolta anche alle urgenze di Prato. A questo proposito, il Comune di Prato ha convocato il tavolo di coordinamento del distretto per il 9 settembre: al centro dell’incontro con le categorie economiche e sociali, che hanno accolto con favore l’invito, ci sarà la crisi che non molla. L’obiettivo? Presentarsi alla Regione e al Governo con un’unica voce per ottenere risposte concrete calate nella realtà produttiva pratese.
"C’è la necessità che il distretto si muova in maniera condivisa – afferma l’assessora alle Attività produttive Benedetta Squittieri – Andare uniti anche in altri momenti di crisi ha dimostrato che si possono ottenere risultati importanti. Un esempio fra tutti è quello dei 10 milioni di euro che abbiamo ottenuto dal governo Draghi per sostenere gli investimenti delle imprese su innovazione e transizione ecologica. Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra con le categorie economiche e sociali dimostrando che sappiamo unire le forze per il bene comune. Queste risorse sono ancora un volano fondamentale per spingere gli investimenti delle piccole e medie imprese". Tra le richieste ci sarà la necessità di confermare in legge di bilancio i 10 milioni per il distretto: richieste che saranno raccolte in un documento unitario per portare un quadro chiaro della situazione.
Sara Bessi