MARIA LARDARA
Cronaca

Anniversario Liberazione. Cittadinanza onoraria: "Revoca per Mussolini"

Fu conferita nel 1924, molti Comuni l’hanno già annullata: parola al consiglio. Bugetti: "Approvare questa delibera è rispettare il dettato costituzionale. su cui tutti abbiamo giurato". Il parere di tre storici, le richieste di Anpi e Aned. .

Mussolini (al centro con bombetta) sulle del Pretorio: Prato,. maggio ’25 Istituto Luce

Mussolini (al centro con bombetta) sulle del Pretorio: Prato,. maggio ’25 Istituto Luce

Quel faldone del 1924 era nascosto in un angolo dell’archivio comunale di Prato che si trova a Vaiano. Lorenzo Tinagli, presidente del consiglio, laureato in storia, lo ha sottratto alla polvere per restituire una preziosa fonte d’archivio alla città e alla memoria collettiva. Una meticolosa ricerca a supporto di una volontà ben precisa, quella della sindaca Ilaria Bugetti che in occasione delle imminenti celebrazioni per gli ottant’anni dalla Liberazione ha annunciato la decisione di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, su cui delibererà il consiglio comunale giovedì 17 aprile. Una scia lunga quella dei Comuni che hanno deciso di togliere la cittadinanza onoraria al Duce, cui si aggiunge anche Prato: erano dieci anni che l’Anpi pratese chiedeva un intervento in tal senso all’amministrazione comunale. Ora i tempi sono maturi perché è da poco che, scartabellando fra gli archivi comunali, è venuta a galla una delibera datata 19 maggio 1924, quando l’ex sindaco Tito Cesare Canovai propose al consiglio il conferimento della cittadinanza onoraria all’allora capo del governo fascista (il delitto Matteotti si sarebbe consumato venti giorni dopo). "Una delibera che 101 anni dopo non ha più senso di esistere. Non è un fatto ideologico, ma storico – sottolinea la sindaca Ilaria Bugetti - Un atto chiama un altro atto, secondo un principio storiografico ben preciso. Crediamo che sia forte e necessario ribadire quei principi su cui è basata la nostra Costituzione, per questo il mio auspicio è che il consiglio comunale approvi questa delibera perché ciò vorrebbe dire rispettare il dettato costituzionale su cui tutti hanno giurato".

Fra quelle pagine ingiallite dal tempo, in cui fa un certo effetto leggere nell’intestazione "Comune di Prato in Toscana", si parla di "entusiasmo e fede ai piedi del nostro Duce" come motivazione a sostegno di una decisione chiaramente imposta dall’alto: le elezioni politiche si erano svolte da poco e il 7 maggio veniva diramata alle prefetture locali una circolare per far pressione sulle amministrazioni locali. Cittadinanza onoraria per legittimare la dittatura fascista. "Riportiamo alla luce un affascinante documento che permette di studiare un pezzo di storia del Ventennio: lo studio della Storia è il collante che tiene insieme una comunità", sottolinea Tinagli. Rinnegare Mussolini ‘cittadino onorario’ significa decontestualizzare la storia? Con il supporto scientifico di Enrico Iozzelli del Museo della Deportazione, sono stati incrociati i contributi di tre storici: Marco Palla, Giovanni De Luna, Michelangelo Borri. "Cancellare quell’onorificenza – osserva Iozzelli - significa fare i conti con il proprio passato, rafforzare i valori dell’antifascismo, in un momento in cui si rischia di equiparare la memoria fra vittime e carnefici, per dare un segno alle generazioni successive".

Intanto la presidente dell’Anpi pratese Angela Riviello cita il libro della nostra direttrice Agnese Pini, "Un autunno d’agosto", quando "sostiene la necessità di dare giustizia a chi non l’aveva avuta" e quanto sia importante "storicizzare ciò che la nostra memoria racconta". Lo storico pratese Giampiero Nigro condivide la scelta di cancellare la cittadinanza onoraria con l’invito però ad aprire una riflessione su quegli anni pieni di divisioni e violenza. "Nella prima metà del Ventennio la città subiva ma in parte aderiva". Oltre un secolo dopo, sarà ancora una volta il consiglio comunale a decidere.

Maria Lardara