FRANCESCO BOCCHINI
Cronaca

Anziani aggrediti, spaccio, degrado. "Chiudo prima il negozio per paura "

In via Strozzi rabbia e frustrazione fra i commercianti

Gianluca Barni

Prato, 26 giugno 2023 – L’episodio di sabato, pur grave, è solo uno dei tanti. Il giorno prima un africano si era denudato di fronte alla titolare di una tavola calda cinese, in pieno giorno, perché non voleva vendergli una birra. Ha cominciato a rifarsela anche con con chi vive in questi palazzi. Qui ormai la situazione è invivibile".

Il vaso è colmo e la pazienza è arrivata al limite: i commercianti di via Strozzi chiedono a gran voce un intervento concreto e tempestivo per porre rimedio al degrado sociale che imperversa nella zona, fra aggressioni - come quella subita dalla coppia di anziani da parte di quattro magrebini nella serata di sabato - scippi, spaccate nei negozi, furti nei garage e spaccio di droga.

"Dalle cinque del pomeriggio qui se ne vedono di tutti i colori – racconta Gianluca Barni dell’omonima ferramenta di via Strozzi – Venerdì scorso uno straniero ha minacciato gli agenti con una bottiglia di vetro, poi ha aggredito verbalmente alcune signore affacciate alla finestra. Cosa chiediamo noi commercianti? Che ci siano controlli a tappeto, con agenti anche in borghese, che girino qui dal pomeriggio fino alla sera. Anche perché in negozio ho sia mia sorella che una segretaria e mi preoccupo molto anche per loro".

«Di recente ho deciso di chiudere un’ora prima: se prima lo facevo alle 20, adesso non vado oltre le 19 – la testimonianza di Nella Brancato, titolare del negozio di ortofrutta Sapori di Sicilia – Mio figlio, che ha un altro lavoro, arriva sempre la sera per accompagnarmi a casa, perché non se la sente di lasciarmi da sola. Ho questo esercizio da 15 anni e ultimamente la situazione è peggiorata in maniera sensibile. Non a caso in questa strada stanno chiudendo in via definitiva diverse attività, perché i titolari preferiscono portarle avanti altrove rispetto a via Strozzi".

A Nella fa eco Lucia Petrucci di Glamour Caffè: "Fortunatamente c’è il mio compagno che tutti i giorni, quando c’è da chiudere il bar, è qua per farmi compagnia. Non mi sento in alcun modo protetta e sicura in casa mia, e questo è assurdo. Servono più agenti in zona, ma servirebbero pene certe per chi commette reati. E questo non mi sembra proprio che avvenga in Italia, purtroppo...".

Emerge un senso di grande frustrazione anche dalle parole di Sara Logli dell’omonimo negozio di abbigliamento.

"Per me è ancora più dura: oltre che lavorarci, in questa zona ci vivo. Ogni giorno vedo persone ubriache oppure intente a spacciare. Sono la prima a denunciare quando mi accorgo di qualcosa di sospetto, ma le forze dell’ordine spesso e volentieri hanno le mani legate. Peraltro, tanti residenti o commercianti che come me sono spettatori di certe scene, non si interessano. Si arrabbiano sì, ma nel momento in cui c’è da passare all’azione si tirano indietro e non fanno nulla di concreto. Evidentemente non hanno capito che in questa situazione bisogna fare fronte comune e insistere perché vengano rafforzati i controlli ad esempio. Non si può andare avanti così".