
La storia dell’ex hotel in via Cairoli affonda le radici negli anni Cinquanta Aveva trenta camere. Nasceranno appartamenti
Fino al 2017 sembrava che l’ex hotel di via Cairoli potesse tornare a brillare. Una cordata di imprenditori cinesi si era fatta avanti con l’idea di rilevare la struttura e riportarla agli antichi fasti, restituendo a Prato un pezzo della sua storia. Ma l’affare, con il passare del tempo, è sfumato. E così, dopo anni di incertezze e trattative, l’albergo più antico della città si avvia verso una nuova destinazione: non più ospitalità, ma residenze.
Il centro storico di Prato è oggi al centro di una fase di trasformazione che coinvolge edifici storici, un tempo destinati all’ospitalità o ad altri usi, e che ora si avviano a diventare nuovi spazi residenziali. Tra questi, proprio l’ex hotel in via Cairoli, la cui storia affonda le radici negli anni Cinquanta.
L’albergo, di proprietà di Rodolfo Tomada e dei nipoti, albergatori da cinque generazioni, è stato per anni uno dei punti di riferimento dell’ospitalità cittadina con le sue trenta camere e la hall in stile. Dopo un lungo periodo di incertezza sulla sua riapertura, a mettere definitivamente il sigillo c’è la pratica depositata in Comune per la richiesta di cambio di destinazione d’uso. Le trenta camere dell’hotel non accoglieranno quindi più turisti, ma saranno trasformate in appartamenti residenziali, sigillando così la fine dell’attività alberghiera. La pratica edilizia per il cambio da ricettivo turistico a residenziale è stata presentata nel 2024 e riguarda un intervento di ristrutturazione conservativa. Il Comune ha richiesto un’integrazione ai documenti il 17 febbraio, affidata al progettista incaricato. Come saranno realizzati i futuri appartamenti ancora non è stato definito, così come sulla trattativa vige il massimo riserbo, ma sembra probabile che la struttura sarà presto messa in vendita. In centro storico le case soprattutto da affittare sono tra le più richieste, ma nel caso di via Cairoli (in piena area pedonale) altri appartamenti significherebbero altri inquilini che potrebbero andare a gravare sulla mancanza di parcheggi che già affligge la zona.
Un altro intervento significativo presto atteso in centro città , riguarda il grande palazzo in via Mazzini di fronte a via San Giovanni, un edificio storico di proprietà della famiglia Mazzoni, recentemente venduto a privati. A differenza dell’ex hotel in via Cairoli, qui non è stato necessario alcun cambio di destinazione d’uso, lasciando ai nuovi proprietari la decisione su quando e come avviare i lavori. L’immobile, che si estende per oltre mille metri quadrati di superficie calpestabile, è suddiviso in otto appartamenti. Per un periodo è stato destinato all’accoglienza di famiglie in stato di disagio, il palazzo ora è al centro di un processo di riqualificazione che la zona attendeva da tempo. Via Mazzini, strada a due passi dal Teatro Metastasio, potrà così beneficiare di un importante recupero urbanistico e sociale. Alla trasformazione di via Mazzini si aggiunge anche il recupero del complesso di Palazzo Pacchiani, sempre nella stessa area, per cui biosgnerà ancora spettare del tempo. Interventi che si inseriscono in un più ampio processo di riqualificazione, che comprende anche altri progetti in programma per il centro storico, come il recupero di edifici dismessi e la valorizzazione degli spazi pubblici per migliorare la vivibilità urbana.
Tra i palazzi in attesa di trovare la loro destinazione ci sono il grande immobile (con parcheggi sotterranei) che corre lungo via Migliorati, chiuso da tempo, e anche l’ex biblioteca Lazzerini, andata all’asta dieci volte. Si tratta di oltre 3.000 metri quadrati tra via del Ceppo Vecchio e via della Pallacorda, comprensivi di autorimessa, che per la prima volta furono messi in vendita 12 anni fa come conseguenza di un’esecuzione immobiliare per debiti vari accumulati dalla precedente proprietà quando l’immobile era ancora affittato al Comune come sede della biblioteca, poi spostata nella restaurata Campolmi. L’immobile risale agli anni 70, vuoto dal 2009 e necessita di un maxi intervento di ristrutturazione e di un adeguamento sismico è stato acquistato per 237mila euro a fine 2023.
Silvia Bini