CLAUDIA IOZZELLI
Cronaca

Appello autobus: "Lasciatelo il sabato"

Tutte le domeniche percorre quattro chilometri a piedi per recarsi al lavoro, da Schignano a Vaiano, Annamaria Stabile Schettini, che...

Tutte le domeniche percorre quattro chilometri a piedi per recarsi al lavoro, da Schignano a Vaiano, Annamaria Stabile Schettini, che...

Tutte le domeniche percorre quattro chilometri a piedi per recarsi al lavoro, da Schignano a Vaiano, Annamaria Stabile Schettini, che...

Tutte le domeniche percorre quattro chilometri a piedi per recarsi al lavoro, da Schignano a Vaiano, Annamaria Stabile Schettini, che come tanti lavora nel week end, in una pizzeria a taglio, senza avere la possibilità di andarci in auto. "Vorrei mettermi avanti – spiega la signora che negli altri giorni usa il bus – per giugno: ho il terrore che si ripeta quanto successo lo scorso anno e che l’autobus non ci sia più neppure di sabato".

Pochi i bus il sabato, in inverno, e zero la domenica, in ogni stagione, nelle tratte che collegano le frazioni come Schignano, Migliana e Sofignano alla Sr 325, alla stazione di Vaiano e alla linea che corre nel fondovalle che collega Prato alla Vallata e finisce a Castiglion dei Pepoli. Lo scorso anno - con non poche proteste da parte di chi lavora il fine settimana – una volta chiuse le scuole, il sabato l’orario del tpl su gomma è stato equiparato al festivo e quindi sono sparite anche le poche corse del sabato, fino alla riapertura delle scuole. "Sono 29 anni che abito qui e il bus la domenica non c’è mai stato, ma almeno il sabato dovrebbe restare. Io entro nel pomeriggio e esco alle 21.30. Per l’andata, la domenica vado a piedi, e al ritorno sono costretta a farmi venire a prendere. Ma il problema è anche se il sabato mattina, in estate, devo andare a fare la spesa o al mercato non posso farlo".

Un disagio che non vive solo chi utilizza i bus per il lavoro ma anche per i tanti ragazzi che per andare ad un cinema o a fare una girata a Vaiano o a Prato nel fine settimana devono per forza farsi accompagnare dai genitori. Stesso problema per la direzione opposta. "E pensare – conclude Annamaria – che quando lavoravo a Campi Bisenzio c’era un servizio a chiamata che funzionava benissimo. Lì lo chiamavano "personal bus".

Claudia Iozzelli