Prato, 23 febbraio 2020 - Secondo quanto riferito dal Comune in un comunbicato era un manifestante del presidio dei Sì Cobas l'uomo fermato sabato dalla municipale con una pistola nel proprio borsello mentre cercava di accedere all'interno del Palazzo comunale per assistere alla seduta straordinaria del consiglio comunale. Ma il sindacato smentisce categoricamente minacciando azioni legali.
Nel comunicato del Comune parla anche il sindaco Biffoni: «E' preoccupante che chi reclama il rispetto delle regole vada una manifestazione con una pistola, e con questa tenti di entrare nel Palazzo comunale dove si stava svolgendo il consiglio comunale. Ancora una volta dai Sì Cobas arriva un segnale inquietante di assoluta mancanza si rispetto dei diritti, dei doveri e del vivere civile».
Per Biffoni, «il diritto di sciopero e di manifestare sono intoccabili, ma quello che fanno i Sì Cobas è altro, è violazione deliberata delle norme. Quanto è accaduto ieri con la partecipazione di un manifestante armato è di una gravità estrema. Ringrazio la polizia municipale per la prontezza e la professionalità con cui ha fermato l'uomo e gestito la situazione permettendo al consiglio di proseguire i lavori».
Di «fatto grave e inquietante», parlano Erika Caparrini, della Cisl Firenze-Prato, e Lorenzo Pancini, segretario della camera del lavoro di Prato. «Occorre fare immediatamente chiarezza - prosegue Pancini -. Il fatto che un presunto esponente dei Carc, presente al presidio dei Si Cobas, abbia tentato di entrare in Palazzo comunale con una pistola preoccupa ed inquieta, getta un cono d'ombra e molti interrogativi sul mondo antagonista locale, di cui lo stesso Si Cobas farebbe parte».
Caparrini osserva che «i fatti di queste ultime settimane, non ultimo quello di ieri, sono davvero gravi. Sul territorio pratese il dialogo fra organizzazioni sindacali in materia di lavoro e attenzione alle aziende è da sempre al primo posto».
Nel primo pomeriggio è arrivata però la secca smetita dei Si Cobas: 'L'uomo fermato non è in alcun modo collegato al sindacato. Né questo fatto è in nessun modo collegabile alla contestazione di ieri durante il consiglio comunale. Provare a farlo è ridicolo. Il sindaco, Cgil e Cisl si assumeranno la responsabilità delle loro gravi dichiarazioni calunniose. Il sindacato ha intenzione di tutelarsi in tutte le sedi, anche legali, da chi vuole gettare fango sulle lotte dei lavoratori e le agistazioni sindacali'.