In manette per aver impiegato sette lavoratori clandestini in una stamperia tessile con sede a Carmignano.
Due imprenditori di nazionalità cinesi sono stati arrestati dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Prato, supportati dai colleghi di Roma, e dai militari della stazione di Carmignano, nell’ambito dei consueti e frequenti controlli alle attività produttive della provincia, finalizzati al contrasto della manodopera clandestina. Nella ditta controllata, i carabinieri hanno trovato sette operai cinesi intenti a confezionare capi d’abbigliamento, anche di una nota griffe. Dai successivi accertamenti è emerso che tutti erano clandestini sul territorio nazionale e, ovviamente, erano impiegati in nero. L’unico dipendente assunto, ed in regola con la normativa sull’immigrazione, era il figlio del titolare della confezione. I carabinieri, tuttavia, hanno acquisito elementi probatori in ordine al fatto che il giovane non era soltanto un dipendente, bensì il co-gestore dell’attività, insieme al padre. I sette lavoratori clandestini erano alloggiati in un vicino appartamento, messo a loro disposizione dagli stessi datori di lavoro, dove vivevano in condizioni igienico sanitarie precarie. I militari hanno elevato sanzioni per 36mila euro, disponendo anche la sospensione dell’attività.
I due titolari di fatto, padre e figlio, rispettivamente di 53 e 29 anni, sono stati messi agli arresti domiciliari nella loro abitazione, in attesa dell’udienza di convalida. Gli operai, invece, sono stati denunciati per ingresso e soggiorno illegale in Italia.