MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Arresto cardiaco al Conad, il volontario che l’ha salvato: “Il cuore ha ripreso a battere sotto le mie mani”

Prato, Marcello Ramalli si trovava per caso nel centro commerciale e ha prestato i primi soccorsi: “Senza defibrillatore sarebbe morto”

Marcello Ramalli

Marcello Ramalli

Prato, 17 agosto 2024 - Strappato alla morte grazie all’uso del defibrillatore. È accaduto al centro commerciale Conad di via Anna Kuliscioff, a Maliseti, dove un uomo di 77 anni andato in arresto cardiaco è stato ripreso grazie all’uso repentino del defibrillatore di cui era munito il negozio, che fortunatamente era cardioprotetto. Cosa è successo in quegli attimi concitati ce li racconta Marcello Ramalli, volontario Vab, che si trovava per caso nel centro commerciale e ha prestato all’uomo i primi soccorsi insieme al direttore della Conad.

Marcello Ramalli, come si è accorto che l’uomo era in arresto cardiaco? “Ero andato alla Conad per comprare qualcosa, aveva appena pagato alle casse. Mentre stavo uscendo, passando davanti al bar del supermercato, ho visto che una signora stava chiamando il marito e l’uomo non gli rispondeva. Visto che stavano facendo colazione, come prima cosa ho pensato che potesse essergli andato un boccone di traverso. Mi sono avvicinato e mi sono reso conto che le vie aeree erano libere”. A quel punto cosa ha fatto? “Gli ho sentito il polso, l’ho sentito molto molto flebile e dopo qualche secondo il signore ha perso conoscenza. A quel punto l’ho preso per le spalle, l’ho adagiato a terra, in quel momento è arrivato il direttore della Conad e gli ho detto di prendere immediatamente il Dae. Nel frattempo, io ho iniziato subito le manovre di rianimazione. Poi gli abbiamo messo il Dae, lo abbiamo defibrillato e abbiamo proseguito nelle manovre di rianimazione ancora per qualche minuto. L’uomo a quel punto si è ripreso. È arrivata in quel momento anche un’infermiera che si trovava all’interno del supermercato. Abbiamo preso il polso insieme, il battito c’era anche se non era regolare, ma l’uomo si era già ripreso. È arrivata l’ambulanza e a quel punto l’hanno preso in carico loro e portato in codice rosso all’ospedale Santo Stefano”. È il primo intervento di questo tipo che le è capitato di fare? “Sì, è il primo intervento in una situazione simile”. La figlia di questo signore vorrebbe che incontrasse suo papà: l’ha sentita? “Quando si dice che il mondo è piccolo. La figlia di questo signore è una mia amica e di mia moglie, ma l'ho scoperto dopo. All’inizio non riusciva a contattarmi, ha parlato con mia moglie e le ha detto che l’uomo salvato era proprio suo padre. La sera io e lei ci siamo sentiti telefonicamente. Sono stato molto felice di aver ripreso dalla morte il babbo di questa nostra amica”. Il signore è ancora in ospedale? “Ho chiesto informazioni alla figlia e mi ha detto che per ora è in ospedale, lo tengono in rianimazione, anche se è vigile. Mi ha contattato anche un’infermiera dell’ospedale che ha accolto l’uomo in sala rossa e mi ha detto che sono rimasti colpiti dal fatto che una persona andata in arresto cardiaco sia stata ripresa e sia arrivata in quelle condizioni al pronto soccorso: ormai era vigile, come se non fosse successo niente. Già all’interno del Conad infatti si era ripreso, come se non fosse successo nulla. Credo sia stato davvero provvidenziale il sangue freddo che abbiamo avuto sia io che il direttore del supermercato: mentre uno faceva una cosa, l’altro ne faceva un’altra. Ci siamo anche scambiati nel massaggiare, perché comunque non è una cosa semplice o leggera da fare”. Incontrerà quest’uomo quando uscirà dall’ospedale? “Certamente ci incontrerò, mi farà davvero piacere. Il suo cuore ha ripreso a battere sotto le mie mani”. Cosa si sente di dire dopo questa avventura? “ Sottolineo l’importanza di avere a disposizione i Dae all’interno di certe strutture, soprattutto quando sono molto frequentate. Il Conad, dove c’è una grande affluenza di persone, era munito del defibrillatore e il direttore aveva fatto il corso per usare lo strumento salvavita. Dunque sapeva come andava utilizzato. È assolutamente importante sensibilizzare e fare formazione su questo tema e sulle manovre rianimatorie. Questi strumenti possono essere decisivi per salvare la vita alle persone. In caso di arresto cardiaco non c’è tempo da perdere, anche se i soccorsi sono stati celeri”.