Sospeso il pagamento di tutte le bollette di acqua, luce e gas (compresi il Gpl e altri gas distribuiti per mezzo di reti canalizzate) con scadenza a partire dal 2 novembre per le zone alluvionate di Prato, Montemurlo e la Val di Bisenzio. Sono comprese le eventuali fatture relative ai corrispettivi previsti per l’allacciamento, l’attivazione, la disattivazione, la voltura o il subentro, per la popolazione e le imprese colpite dall’alluvione. Publiacqua, quindi, continuerà a fatturare i consumi ma i pagamenti saranno sospesi. Con le fatture saranno inviate a tutti gli utenti le informazioni di dettaglio per chiarire le modalità di sospensione. Con atto successivo Arera fisserà poi la durata del sostegno a favore delle utenze.
Un primo provvedimento che arriva come provvidenziale e fa il paio con la decisione della Regione che dopo due giorni di riunioni tecniche è arrivata ad una soluzione per lo smaltimento dei rifiuti tessili: in via eccezionale saranno assimilati agli urbani e quindi ritirati senza costi per le imprese.
La delibera, in uscita nelle prossime ore, prevede che tutti i rifiuti delle imprese, che siano delle industrie, delle attività commerciali o di quelle turistiche, vengano considerati "alluvionati" e dunque vengano raccolti da Alia anche attraverso la contrattualizzazione di altri soggetti e fatturati al commissario straordinario. Esattamente quanto auspicato da Confindustria: "Venendo superati, con il percorso individuato, i potenziali oneri a carico delle aziende, per l’associazione è positivo che sia Alia a gestirli a costo zero per le imprese", il commento. Il problema in questo caso però sta nei tempi di smaltimento: Alia è impegnata con 181 mezzi e 220 uomini a ritirare dalle strade della piana l’enorme mole di immondizia accatastata. La stima su Prato è di circa 50.000 tonnellate da smaltire ipoteticamente entro Natale. A queste vanno aggiunte le grandi quantità di scarti tessili delle aziende: è facile quindi immaginare che i tempi non saranno rapidi, ma le imprese hanno bisogno di ripartire. Da qui la scelta di alcuni di rivolgersi ad aziende private a pagamento.
Poi c’è la questione discariche. "Si stima che sulle 9 piazzole pubbliche finora individuate dai Comuni siano circa 28.000 i metri cubi di rifiuti complessivamente presenti con solo 8.000 metri cubi ancora disponibili. Ecco perché la possibilità di iniziare a portare nelle discariche il materiale alluvionato diventa a questo punto fondamentale", è l’auspicio di Alia. Ieri mattina l’ultima riunione in Regione per far sì che le discariche di Peccioli e Livorno (le maggiori della Toscana) aprano le porte. Intanto a Prato oltre all’area davanti al palazzetto di Maliseti è stato aperto anche il piazzale di viale Marconi come luogo di stoccaggio. L’accordo è fatto, ma al momento non ci sono dati sui quantitativi che le discariche toscane saranno disposte ad accogliere da Prato. Allo stesso tempo, per i prossimi 40 giorni non saranno utilizzabili Case Passerini né l’inceneritore di Montale che riceve 50.000 tonnellate di rifiuti l’anno da Alia, a causa dei danni riportati per l’alluvione. I limiti della Toscana, orfana di impianti, sono quantomai attuali e cercano risposte immediate. La Regione sta mettendo in campo provvedimenti di urgenza che però dovranno trovare soluzioni stabili.
Infine i fanghi: case, garage e aziende sono invase dai sedimenti lasciati dall’ondata di piena. Metri cubi e metri cubi di fango che Publiacqua, tramite ditte esterne, è stata incaricata di recuperare. Materiale che verrà reintrodotto nell’ambiente, nei corsi di acqua indicati dal Consorzio di bonifica, ma la cui gestione è molto lenta vista l’entità dei danni.
Silvia Bini