Vernio (Prato), 29 ottobre 2019 - Non potranno più stare insieme i due asini di Poggio di Petto, né a crogiolarsi al sole in mezzo alla neve né sui pascoli adiacenti al rifugio. Il ciuchino Orazio è infatti deceduto domenica e sulla sua morte sono già arrivati diversi messaggi di clienti e affezionati conoscitori della zona e del rifugio. Messaggi di rabbia e sconforto visto che l’animale potrebbe essere stato colpito da una fucilata, anche se le indagini sono ancora in corso e la morte di Orazio resta avvolta nel mistero.
Orazio era la mascotte di Poggio di Petto, amato da grandi e piccini che ogni fine settimana o con la bella stagione si fermano a mangiare nel rifugio alpino sopra Cavarzano gestito da anni dalla famiglia Pieragnoli, che oltre ai due asini ha diversi cavalli. Anche domenica molte famiglie hanno deciso di pranzare sulle belle cime che separano Cavarzano da Montepiano. La serenità del pranzo festivo è stata però interrotta dal rumore di uno sparo nelle vicinanze e un cliente della struttura ha riferito che l’asino Orazio si trovava morto, poco distante dalla struttura, sul prato dove veniva lasciato a pascolare in libertà.
«Per ora non si sa niente di preciso – spiega Michele Pellegrini, comandante della Polizia Provinciale, intervenuta sul posto con una pattuglia dopo aver avuto segnalazione dai Carabinieri, a loro volta allertati da una chiamata al 112 – Bisogna accertare quali sono le cause della morte e questo può avvenire solo con una certificazione medica di un veterinario Asl. Sembra che sull’animale ci sia un foro, ma solo un veterinario può stabilire se ad averlo procurato sia stata un’arma da fuoco o magari il palco di un cervo». Una delle ipotesi che si stanno facendo strada fra chi era in zona al momento della morte dell’asino Orazio - che solo mezz’ora prima era stato visto a pascolare tranquillamente, mentre l’altro dei due ciuchini tanto amati dai bambini, era custodito in una struttura vicino al Rifugio – è che sia sia trattato di un errore di caccia e che l’asino sia stato scambiato per un altro animale. «C’era una battuta di caccia al cinghiale in corso aggiunge Pellegrini - ma i cacciatori dicono che di spari non ce ne sono stati».
Il rifugio di Poggio di Petto si trova nei pressi dell’Alpe di Cavarzano, lungo la panoramica strada bianca che sovrasta l’Area naturale protetta d’interesse locale «Carigiola-Monte delle Scalette», meta di tanti escursionisti, dove, nonostante le aspettative legate alla definizione, in base al regolamento stilato nel 2010 da Comune di Cantagallo e Comune di Vernio, che si dividono l’area, la caccia è consentita.