
Assenze, niente più certificato per rientrare
La Regione cancella il passato e guarda al futuro in fatto certificati medici. La proposta della giunta diventa legge e così d’ora in poi gli studenti non avranno più necessità di presentare un certificato medico dopo cinque giorni di assenza. Il ritorno sui banchi avverrà senza nessun ostativo. Di certo i più contenti del provvedimento sono i genitori alleggeriti da tutta una trafila burocratica non semplicissima. Esultano anche i pediatri oberati di lavoro e alle prese con una media di circa 10 certificati medici per il rientro a scuola ogni giorno. Un alleggerimento non di poco conto. I meno soddisfatti sono i presidi che si sentono investiti di un’ulteriore responsabilità.
"E quindi come facciamo a sapere cosa ha avuto un bambino che è stato assente per più di cinque giorni?", chiede Mario Battiato dirigente delle Gandhi. "Se un alunno porta il gesso o ha le stampelle come torna a scuola? E se accade qualcosa e si fa male di chi è la responsabilità?". Domande legittime di chi dalla mattina alla sera è impegnato a sbrigare questioni pratiche con famiglie e studenti.
"Con il certificato medico almeno avevamo la certezza che l’alunno fosse guarito al rientro a scuola. D’ora in poi invece non avremo alcuna sicurezza", aggiunge Battiato sollevando il problema. La Toscana in realtà è tra le ultime regioni ad aver tolto l’obbligo di certificato medico: nel nord è già da tempo che non esiste più.
"Un bambino che ha sintomi influenzali è molto più contagioso nelle 48 ore precedenti alla comparsa della malattia che dopo cinque giorni di assenza", spiega Luciana Biancalani, segretaria della Federazione italiana medici pediatri di Prato.
"Sotto questo punto di vista mi sento di rassicurare famiglie e docenti. Inoltre per le malattie più contagiose esiste sempre l’obbligo di dichiarazione. Parlo, ad esempio, della varicella o della salmonella in questi casi particolari il rientro è sotto controllo medico. Certificare le influenze era diventato un caos, alcune scuole forti della propria autonomia, che in questo caso non può essere applicata perché in materia di salute bisogna soltanto attenersi alla legge, sono arrivate anche a chiedere certificati per un banale raffreddore. Gli ambulatori dei pediatri erano diventati un marasma". Gli effetti della scelta della Regione si conosceranno solo a posteriori.
Silvia Bini