
Assessora e sindaca nello statuto E scoppia subito la lite sulla lingua
Le parole assessora, sindaca e consigliera entrano ufficialmente a far parte dello statuto del Comune di Prato, che ne regola l’ordinamento generale nell’ambito dei principi fissati dalla legge. La revisione, dopo un lungo percorso in commissione 1 affari generali, è arrivata a conclusione proprio in questi giorni. E introduce l’uso del femminile per le cariche detenute da donne. Quindi al momento assessora e consigliera, ma in futuro, nel caso, anche sindaca.
"Il linguaggio riflette una forma di cultura, di pensiero e di potere – spiega la consigliera comunale Pd, Matilde Rosati –. Noi pensiamo che tramite l’uso corretto del linguaggio si possa incidere sul retroterra culturale che genera anche le discriminazioni e ci auguriamo che questo passo venga adottato anche nei rapporti istituzionali". La proposta è partita da Pd, Demos, Sport per Prato e dall’indipendente Norcia. Il problema però cade quando si deve utilizzare il plurale per indicare gruppi misti, come un insieme di assessori e assessore, oppure di consiglieri e consigliere. Qui l’invito è "all’oscuramento di entrambi i generi". Quindi invece di usare "gruppo di assessori", se sono presenti anche donne meglio utilizzare il termine persone o soggetti. Più in generale, l’obiettivo che vuole centrare il centrosinistra è quello di individuare un nome femminile per ognuna delle cariche oggi declinate al maschile. E resta tutto da capire se in riferimento alla presidenza del consiglio comunale, qualora dovesse esserci una donna, si preferirà usare il termine presidentessa o "presidenta" (con buona pace della lingua italiana). Nel dubbio però si sottolinea che la cosa migliore da fare è utilizzare il termine presidenza. "In certi casi è consigliabile l’oscuramento di entrambi i generi", prosegue Rosati.
La replica dell’opposizione è stata affidata ai consiglieri del centrodestra, Leonardo Soldi e Claudiu Stanasel: "Il Pd sembra avere smarrito le priorità del proprio mandato. Invece di affrontare questioni di reale urgenza per i cittadini di Prato, insiste su un approccio ideologico. È fondamentale sottolineare che la lingua italiana possiede un’innata sensibilità al genere. Non solo i sostantivi, ma anche aggettivi e verbi possono declinarsi in forme maschili e femminili. Questa non implica una gerarchia tra i sessi. Il genere grammaticale neutro nell’italiano è sempre esistito per riferirsi a persone di entrambi i sessi. Noi ci opponiamo e ci opporremo sempre a tali tentativi di modifica, poiché la lingua è un riflesso della società".