Attesa di 48 ore in barella: "La paziente è stata curata come negli altri reparti"

In una nota l’Asl ricostruisce il caso della donna 65enne rimasta in pronto soccorso per due giorni. "Lo specialista, visto il digiuno sostenuto dalla signora, ha deciso di eseguire l’esame endoscopico in regime d’urgenza in ospedale".

Attesa di 48 ore in barella: "La paziente è stata curata come negli altri reparti"

Il pronto soccorso, come gli altri italiani, sotto pressione per l’affluenza di casi minori

"La signora è rimasta in pronto soccorso per 48 ore: è vero che la lunga permanenza, necessaria dal bisogno di un periodo di osservazione, può causare disagio al paziente ed ai suoi familiari. Le cure necessarie vengono erogate con la stessa attenzione, puntualità e regolarità osservata negli altri reparti". Così la direzione dell’Asl Toscana Centro ha ricostruito in una dettagliata nota quanto è accaduto alla 65enne rimasta in pronto soccorso per 48 ore nel fine settimana di Ognissanti. "La paziente al termine del periodo di osservazione non presentava instabilità clinica, come dimostrato dalla esecuzione della TC e dagli altri esami. Tali condizioni avrebbero permesso di eseguire gli ulteriori accertamenti anche in fase differita e invece lo specialista, vista la lunga permanenza in pronto soccorso ed il digiuno da oltre un giorno, ha deciso di eseguire anche l’esame endoscopico in regime d’urgenza per evitare alla paziente una nuova preparazione e di eseguirlo da esterna. E’ una prassi che quando possibile viene messa in atto; purtroppo, molte volte prima della colonscopia è necessario completare il trattamento antibiotico e aspettare che i processi infiammatori siano regrediti. E’ una scelta non solo legittima, ma mirata a ridurre il disagio per il paziente e non di una inversione di rotta immotivata per quanto riguarda il caso riferito". L’Asl porge le sue scuse alla paziente riguardo al mancato confort: "Purtroppo è l’unico aspetto del pronto soccorso che differisce dagli altri setting ospedalieri. La nuova palazzina garantirà un incremento di posti letto: la ridistribuzione delle unità operative del piano terra consentirà l’ampliamento degli spazi della medicina d’urgenza". Se il "maggiore afflusso di codici minori nei fine settimana e nei ponti festivi è un tema comune a tutto il servizio sanitario nazionale", l’auspicio è che presto questa casistica di pazienti possa trovare risposta in strutture "in fase avanzata di realizzazione come case di comunità, Pir (punti di intervento rapido per alleggerire i pronto soccorso) , riforma del servizio di continuità assistenziale". Riguardo alla carenza di personale medico, l’Asl ricorda le iniziative attive quale il "ricorso alla rotazione dei neo assunti nelle discipline mediche, alle prestazioni in regime di produttività aggiuntiva, al personale proveniente da discipline equipollenti e alla contrattualizzazione degli specializzandi degli ultimi anni. L’Asl ricorre anche alla produttività aggiuntiva del medici di Careggi, che fanno turni in pronto soccorso ogni mese". Inoltre l’Asl "ha richiesto l’espletamento di un nuovo concorso per reclutare medici".

Il caso pratese sbarca in Regione: Diego Petrucci, consigliere regionale di FdI e componente della commissione sanità, annuncia di presentare "a breve un’interrogazione per sapere cosa è successo lo scorso fine settimana nel pronto soccorso di Prato". E aggiunge: "Con l’arrivo della stagione fredda e dell’influenza gli accessi sono destinati ad aumentare. Mi auguro che Asl e direzione sanitaria prendano i dovuti provvedimenti per evitare che si crei una gravissima situazione come quella del Ponte di Ognissanti".

Sa.Be.