Balli il Lanificio è Fabbrica di cultura. In mostra abiti di Albini mai cuciti

L’allestimento al Fabbricone Storico riproduce vestiti di scena ideati dallo stilista per il noir ’Latina’ di Ronconi

Balli il Lanificio è Fabbrica di cultura. In mostra abiti di Albini mai cuciti

L’allestimento al Fabbricone Storico riproduce vestiti di scena ideati dallo stilista per il noir ’Latina’ di Ronconi

PRATO

Un cappotto da donna, un completo Chanel, un giubbotto da bambino, una tunica e un vestito da donna accompagnato dal soprabito senza maniche: sono le 5 creazioni, scelte fra i 12 disegni più contemporanei ed etnici immaginati dallo stilista Walter Albini per ‘Latina’, la commedia noir scritta da Luca Ronconi nel 1982, e che hanno visto per la prima volta la luce. Sì, come l’opera del grande maestro che aveva scelto Prato ed il Fabbricone come luogo di sperimentazione, non è mai stata messa in scena, anche gli abiti ideati da Albini per i personaggi del noir non erano mai stati cuciti. Quarantadue anni dopo, quei bozzetti sono diventati realtà al Fabbricone storico, grazie a Balli il Lanificio. "Omaggio a Walter Albini" è la mostra in cui sono in esposti i 12 disegni originali e inediti di Albini e 5 vestiti mai cuciti, reinterpretati con tessuti dall’ufficio stile dell’azienda, già inseriti nella collezione autunno-inverno 2026 del Lanificio. La mostra è stata ideata e co-curata per Balli il Lanificio dall’architetto Filippo Boretti in collaborazione con il Museo del Tessuto. Lo spazio espositivo è stato ricavato all’interno di uno dei luoghi produttivi del Fabbricone Storico, in quella Sala Experience dove trovano posto durante l’anno tutte le collezioni Balli delle varie fiere di Milano Unica. La preview si terrà sabato 16 e domenica 17 novembre dalle 10 alle 19. Poi dal 22 al 30 novembre il Fabbricone storico aprirà le porte ai visitatori dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19, e nel weekend dalle 10 alle 19 (per le scuole visite guidate al mattino [email protected]). Il progetto si lega alla creazione del dipartimento ‘Fabbrica di cultura’. "E’ una divisione dedicata alla promozione della creatività e della conoscenza. Un cammino che da oltre un anno vede aprirsi le porte del Fabbricone Storico ad iniziative di promozione culturale, e che ora diventa stabile e vede arrivare in via Bologna lo spin-off della mostra di Albini in corso di svolgimento al Museo del Tessuto all’ex Campolmi – spiega Leonardo Raffaelli, managing director – E con questa occasione presentiamo il nostro nuovo logo: Balli il Lanificio". Un modo per concretizzare la responsabilità di "tramandare alla comunità storie di saperi e di persone". E continua: "E’ stato un passaggio naturale quello da fabbrica produttiva a fabbrica di cultura – commenta – La mostra dedicata ad Albini segna il le firmato Balli. E’ stato fantastico vedere come il nostro ufficio stile abbia saputo interpretare alcune genialità di un grande talento, trasformandole in capi senza tempo". Ideatore e co-curatore della mostra è l’architetto Filippo Boretti: "L’omaggio a una delle figure più iconiche della moda italiana riafferma il legame tra tessile, moda e cultura. Con Fabbrica di cultura, Balli il Lanificio ribadisce il suo impegno nel promuovere iniziative culturali, confermando che la ‘vecchia fabbrica’ fondata nel 1889 continua a essere un attore centrale nel tessuto economico e sociale e gioca un ruolo attivo nel panorama creativo e imprenditoriale della moda contemporanea italiana". L’allestimento è stato possibile grazie alla collaborazione col Museo del Tessuto: "Balli il Lanificio, oltre ad essere sponsor della mostra su Albini al Museo del Tessuto, ha reinterpretato in modo creativo alcuni disegni dello stilista – ha detto Filippo Guarini, direttore del Museo del Tessuto – Un esempio di come istituzioni culturali e aziende possano sviluppare progettualità innovative con ricadute positive sulle comunità". Presente la sindaca Ilaria Bugetti: "La mostra è una suggestione di ciò che è Prato, la fabbrica che vive a tutto tondo nell’anima della città". Una scelta culturale che prelude ad altri passi importanti per Balli il Lanificio, come puntare ad un bilancio di sostenibilità entro il 2027 e alla certificazione di parità di genere.

Sara Bessi