Bambini a lezione di emergenza. Come usare il numero unico 112

I medici e gli operatori di Iemig hanno incontrato gli allievi della scuola elementare del Cicognini

Bambini a lezione di emergenza. Come usare il numero unico 112

I piccoli studenti a lezione di numero unico di emergenza: il. 112

"Una volta un mio amico...". Sono iniziati così i tanti racconti degli alunni delle elementari del Cicognini, che ieri mattina hanno seguito una lezione speciale: quella per conoscere a che cosa serve il 112, numero di emergenza unico europeo. Insegnanti speciali, a loro volta, il dottor Alessio Baldini, direttore dell’Obi del pronto soccorso al Santo Stefano e presidente Iemig, l’associazione fondata dei professionisti pratesi dell’emergenza urgenza, e Gianni Formichi, chimico e membro del consiglio Iemig. L’incontro, che si è svolto nel teatro Gabriele D’Annunzio al Convitto, è iniziato con gli allievi delle prime e seconde e poi è proseguito con quelli delle ultime tre classi delle elementari.

"E’ stata una mattinata intensa con i bambini che si sono dimostrato molto incuriositi – racconta Baldini – E’ stata una lezione divulgativa per far conoscere anche ai più piccoli l’utilità del 112, a che cosa serve, quando e come va usato e che cosa bisogna dire. Sono state tante le domande che i bambini ci hanno posto". Un corso a misura di bambino per capire l’importanza di uno strumento da usare con appropriatezza ed attenzione. "Bisogna dire subito nome e cognome, dove ci si trova e poi stare tranquilli, una volta che si è stati presi in carico dall’operatore che ha poi smistato la richiesta d’aiuto al settore interessato, vuoi che sia sanitario vuoi che sia di altra natura, come vigili del fuoco o forze dell’ordine. Abbiamo cercato di trasmettere loro anche il concetto di sicurezza – aggiunge Baldini – In quale senso? Nel senso che dopo aver composto il numero e aver comunicato con l’operatore debbono tenere sempre la linea libera per consentire alla centrale 112 di ricontattarli. E poi debbono stare sereni in attesa dell’arrivo degli aiuti".

hanno espresso il desiderio di vedere una sala operativa e chi risponde alle telefonate d’emergenza: desiderio subito esaudito da Iemig, grazie alla proiezione di un video.

"Abbiamo risposto a molte domande ed alcuni di loro hanno raccontato episodi di cui sono stati protagonisti o lo sono stati i loro amici – conclude Baldini – come il bambino che ha ricordato di quando è caduto dallo scivolo o un altro quando ha ricevuto un morso. Una bambina, poi, ha manifestato il sogno di diventare medico dell’emergenza". Il prossimo appuntamento di educazione di medicina d’urgenza è destinato agli studenti più grandi, a quelli delle medie ai quali saranno insegnate le manovre di primo soccorso e le manovre di disostruzione con l’impiego di manichini.

Sa.Be.