L’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale aspetta le risposte della Regione per aggiornare le mappe, strumento con ’timbro’ ministeriale che sono riferimento per la pianificazione e la prevenzione.
"Abbiamo scritto invitando a fornire i dati sugli eventi che hanno colpito la Toscana in questi ultimi anni e le informazioni sui tratti dei corsi d’acqua tombati come disposto dal Ministero della Protezione civile recentemente" ricorda il segretario Gaia Checcucci.
"Abbiamo bisogno delle informazioni perché l’ultimo piano dell’Autorità risale al 2021 ed ha validità sei anni: nel 2027 deve essere pronto quello nuovo, lo chiede la direttiva europea".
Checcucci ripete da anni che il governo del territorio, a partire dalla prevenzione, si fa senza slogan e polemiche ma con fatti concreti. E i fatti concreti si fanno con una banca dati (mappe precise all’ultimo metro) condivisa tra gli enti e aggiornata.
"La conoscenza non solo è condizione necessaria per la prevenzione, ma lo è anche per la corretta gestione del territorio che deve perseguire il difficile obiettivo dello sviluppo del medesimo e in contemporanea della sua tutela. Talvolta basta un’opera; altre volte un’azione di manutenzione; qualche volta nessuna delle due quanto piuttosto una coordinata azione di prevenzione e di protezione civile". Ma sapere, avere una fotografia in tempo reale, coincidente con il nostro tempo, e non in bianco e nero "è il presupposto di partenza per qualunque tipo di programmazione di risorse e di interventi e per qualunque pianificazione di settore".
Le mappe della pericolosità dell’Autorità di bacino, aggiornate costantemente e messe a disposizione di tutti, ci sono. Vanno sfruttate. Sicuramente possono anche migliorare. "Sono perfettibili perché la morfologia di un territorio cambia dopo un evento come quelli dei giorni scorsi e quello di un anno fa che si è abbattuto sulla Val di Bisenzio e sul bacino dell’Ombrone". Quindi "tante più sono le informazioni ed i dati che gli enti locali e la protezione civile regionale trasmettono, tanto più le mappature saranno utili al territorio, alle istituzioni, alla collettività". È nelle cronache di questi giorni la questione dei fiumi e di tratti di reticolo principale o secondario tombati che l’Autorità integrerà entro dicembre nella mappatura delle aree a pericolosità e potenziale rischio significativo, insieme a quella delle flash floods/ bombe d’acqua, in quanto casi di potenziali “alluvioni future”. Le aree a rischio "per prima cosa, devono essere perimetrate in modo che la corrispondente porzione di territorio sia gestita in coerenza di ciò, anzitutto a livello locale tramite l’aggiornamento dei piani di protezione civile comunale".