LAURA NATOLI
Cronaca

Auto incendiata, accanto una bara con la foto del proprietario: in un video i due uomini con la cassa

Prato, le immagini sono state registrate dalle telecamere del vicino albergo. I sicari sono arrivati a piedi, forse lasciando un furgone in zona. La foto del proprietario della macchina era sistemata in una cornice

I due uomini con la bara in spalla

I due uomini con la bara in spalla

Prato, 4 ottobre 2024 – Due uomini, a volto coperto, che portano a spalla la bara e la lasciano accanto all’auto, una Hyundai, a cui poi danno fuoco. E’ quanto si vede in un video girato dalle telecamere di sorveglianza dell’hotel che immortalano il momento precedente all’incendio che martedì sera, poco prima delle 23, ha distrutto un’auto in sosta nel parcheggio pubblico vicino all’albergo. Un incendio auto che a prima vista poteva sembrare come tanti altri se non che i vigili del fuoco, intervenuti per domare le fiamme, hanno fatto l’inquietante ritrovamento. Accanto alla macchina incendiata c’era una bara, una cassa da morto vera e non finta, con sopra una fotografia, messa all’interno di una cornice e appoggiata con il suo cavalletto sopra sul coperchio della cassa. Incredibile. Se non fosse un episodio così grave verrebbe da pensare a uno scherzo goliardico, ma viste le modalità mafiose, non pare proprio lo sia. Anzi. La foto ritraeva un cittadino di origine cinese, che in quel momento dormiva nell’albergo, e che è il proprietario dell’auto incendiata.

A scoprire i dettagli del macabro ritrovamento è stata la polizia, intervenuta in viale della Repubblica su richiesta dei vigili del fuoco. Sono stati i pompieri a dover aprire la cassa da morto: gli investigatori hanno temuto che al suo interno potesse veramente esserci un cadavere. La bara, fortunatamente, era vuota ma la foto appoggiata sopra non ha fatto presagire nulla di buono. Il proprietario, un quarantenne che frequenta la città per motivi di lavoro, della macchina è stato subito rintracciato: stava bene ed è stato sentito per capire se avesse dei conti in sospeso con qualcuno, o se qualcuno potesse volere la sua morte. Insomma, per capire se avesse idea di chi possa aver fatto tutto ciò. Si è trattato di un avvertimento bello e buono, un fatto che – a memoria – non è mai avvenuto in città nonostante la comunità cinese sia sempre stata piuttosto “turbolenta” in merito a vendette e regolamenti di conti.

L’auto bruciata (da TgrToscana)
L’auto bruciata (da TgrToscana)

Del fatto è stata informata la procura che ha subito affidato le indagini alla squadra mobile. Al momento gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.

Ad aiutare le indagini potrebbe essere il video delle telecamere dell’albergo vicino – acquisito dalla polizia – che hanno immortalato la scena. I due uomini travisati portano a spalla la cassa da morto nel parcheggio. Possibile nessuno li abbia visti? E’ probabile che avessero caricato la bara su un furgone lasciato parcheggiato da qualche parte in zona per poter sfuggire agli occhi delle telecamere. Una volta raggiunta l’auto del cinese hanno sistemato la bara nei pressi della macchina, in modo che non fosse distrutta nell’incendio. Hanno appoggiato sul coperchio la cornice con la foto del destinatario dell’atto intimidatorio e poi hanno dato fuoco alla macchina. A quel punto sono riusciti a far perdere le proprie tracce.

L’episodio è già strano di per sé e mai accaduto prima, ma le domande che sorgono spontanee sono tante. Prima fra tutte dove i due uomini incappucciati si siano procurati una bara vera. E’ una delle cose che la polizia sta cercando di ricostruire. Capire dove i due (o chi per loro) hanno preso la cassa da morto.

E poi c’è da capire il movente. Chi è il cinese destinatario dell’avvertimento? Secondo quanto appreso, l’uomo sarebbe un imprenditore tessile con uno stabilimento a Campi Bisenzio. Ha interessi a Prato? E di che tipo?

Intanto dall’hotel ci tengono far sapere che l’albergo non c’entra nulla con quanto accaduto. “I miei clienti prendono le distanze da tutta la vicenda – ha detto l’avvocato Tiziano Veltri – e sottolineano come l’albergo non abbia nulla a che fare con il ritrovamento”.