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Barbara De Rossi: "Francesco, che ricordi. Era un grande attore. Fiero d’essere pratese"
Autunno 1983. Arriva sugli schermi "Son contento", protagonisti due attori giovani, belli e bravi, nuova linfa per il cinema italiano. Francesco Nuti al terzo film da protagonista e dopo la vittoria del suo primo David di Donatello per "Io Chiara e lo Scuro" e Barbara De Rossi, la nuova stella in ascesa che ha appena trionfato in tv con "Storia di amore e d’amicizia". Sarà proprio l’attrice che da anni vive in Toscana, l’ospite d’onore di "Buon compleanno Francesco" al Terminale, giovedì 16 alle 21.15 (ingresso gratuito). Per l’occasione, al termine dell’intervista, rivedremo appunto "Son contento", diretto da Maurizio Ponzi.
Barbara De Rossi, per la prima volta a Prato?
"Sì. E’ la mia prima volta anche se vivo in Toscana, a Montevarchi, da otto anni".
Francesco le parlava delle sue origini?
"Era fiero delle sue origini pratesi. Tante volte mi ha raccontato di suo padre Renzo che era uno sciupafemmine, della sua bottega di barbiere. E tutti i suoi racconti erano molto divertenti".
Si ricorda il vostro primo incontro?
"Di sicuro è avvenuto negli uffici della produzione di Piccioli. Mi ricordo che Francesco non era molto convinto che il mio personaggio fosse una ragazza che lavorava alle poste. Non gli tornava molto che io interpretassi un’impiegata delle poste. E ci siamo fatti delle belle risate. Poi c’era il regista Ponzi che era una gran bella persona".
Che atmosfera c’era sul set?
"Meravigliosa. Eravamo una gran bella squadra. Ricordo con affetto tutti i componenti della troupe, da Maurizio Calvesi operatore della macchina a Patrizia Zuliani segretaria di edizione. E anche Ricky Tognazzi che interpretava il ruolo del postino. Ci siamo fatti tante risate sul set".
Che ricordo ha di Francesco?
"Bellissimo. Francesco era una persona meravigliosa, oltre che un grande attore. Sono davvero molto contenta di partecipare alla vostra rassegna perché bisognerebbe far conoscere ancora meglio il suo cinema".
Che attore era secondo lei?
"Aveva tempi comici incredibili, che fanno parte del bagaglio solo dei grandi attori. Molti comici non ce l’hanno, ma i grandi attori si. Man mano è diventato più attore che comico. Per molti aspetti, anche privati, Francesco mi ricorda Robin Williams".
Che eredità ci ha lasciato?
"Tutto il suo cinema è stato fonte di ispirazione di quelli che sono venuti dopo di lui, Pieraccioni e altri. Lui aveva un grande talento diverso da tutti dove confluivano spesso i suoi riferimenti autobiografici. C’era dentro un po’ del suo privato, che serviva a raccontare le storie di tutti. Abbiamo davvero perso tanto".
Poi qualcosa si è inceppato...
"Francesco aveva quello che potremmo definire, il male di vivere. E si avvertiva frequentandolo. Ma era difficile capirne le ragioni. E questo malessere probabilmente gli ha impedito di godere fino in fondo il suo successo".
Dopo il film avete avuto occasione di frequentarvi ancora?
"Purtroppo no. Lui è entrato in un vortice di film, viaggi e tante altre cose. Posso solo dire che girare Son contento per me è stata un’esperienza meravigliosa. La conserverò nel cuore per sempre".
Federico Berti