Prato, 12 marzo 2018 - LA BASILICA della Natività, a Betlemme, rivela meraviglie inedite, mai scoperte prima neppure durante la campagna di scavi condotta dall’inglese William Harvey, nel 1934. A far emergere parti di mosaici del pavimento mai visti prima, risalente al 330 dopo Cristo, sono le maestranze della Piacenti Spa, impegnata dal 2013 nel restauro della chiesa più importante al mondo insieme a 200 specialisti del settore di oltre 60 tra imprese, Università e professionisti. Le tessere lapidee di questi brani musivi rappresentano sia figure di animali sia di frutta come il melograno. «E’ stato un vero tuffo al cuore riportare alla luce parti di mosaici di cui si era persa la memoria», afferma Giammarco Piacenti, Ceo dell’azienda pratese che si è aggiudicata anche il restauro del pavimento con i mosaici. Ma le meraviglie e le scoperte non finiscono qui. Dai mosaici si passa allo studio scientifico della malta di cantiere usata 1500 anni fa per impreziosire la chiesa. Uno studio che rivela quali colori siano stati utilizzati per adornare la Basilica: l’azzurro, il rosa e le ombre, una tavolozza di colori per le pitture murali della Natività, volute dall’imperatore Costantino e da sua madre Elena. L’ipotesi avanzata dagli addetti al restauro è che l’azzurro fosse usato per i manti delle vesti o per i cieli, il rosa a sottolineare l’incarnato dei volti, i bruni o le terre d’ombra per gli sfondi ma anche per i manti.
Sono attese ancora altre sorprese dal cantiere, promosso dal Comitato presidenziale palestinese di Ziad Al Bandak insieme alle tre confessioni cristiane e 30 sponsor internazionali. «Col proseguire dei lavori - rivela Piacenti - saranno visibili i basamenti delle colonne di Giustiniano e i resti delle mura della prima Chiesa di Costantino. Con l’archeologo Alessandro Fichera dell’Università di Siena è iniziata la scopertura delle parti adiacenti a tre delle grandi botole, che fino ad oggi hanno mostrato i mosaici ai pellegrini».
Ormai i ponteggi serviti anche per i restauri delle colonne sono stati smontati e la Natività si rivela in tutta la sua maestosa bellezza. Le colonne sono ornate con pitture risalenti al periodo crociato del regno di Gerusalemme (1099-1187) e raffigurano Santi sia della tradizione Orientale che Occidentale. Al di sotto di quelle immagini dalla patina del tempo sono emersi scritte e disegni di elmi con animali che raccontano la storia delle compagnie militari dei Crociati durante il loro passaggio a Betlemme. «Le analisi dei colori - dice Piacenti - hanno mostrato materiali pregiati come il lapislazzuli, usato in grande quantità sugli sfondi dei Santi». La pittura è stata realizzata sulle colonne di pietra Sleibì, originaria di Betlemme, caratterizzata dai colori giallo e rosso. La pietra è stata usata dall’autore - o autori - come sfondo, fatto che ha rivelato i motivi e i colori in trasparenza. «La soddisfazione di tutto il team è grande. Questo lavoro - conclude - riserva meravigliose scoperte storico-artistiche e spirituali in un luogo che emana una energia che riempie il cuore».
Sara Bessi