
Tanti interventi alla tavola rotonda organizzata dalla deputata Mazzetti. I dati della Camera di Commercio e il monito degli industriali .
Politica, associazioni delle categorie economiche, sindacati attorno a un tavolo per discutere il delicato tema dell’illegalità economica. Oltre due ore di dibattito per confrontarsi sui diversi aspetti di un tema radicato nella città e capace di accendere gli animi. ’I controlli devono essere più approfonditi e più regolari’, la tavola rotonda organizzata ieri in Provincia dall’onorevole di Forza Italia, Erica Mazzetti e moderata dal responsabile della redazione di Prato, Luigi Caroppo. A dare la fotografia della città è stata la Camera di Commercio con i numeri elaborati da Dario Caserta, che evidenziano come il problema del turn over che porta con sé il fenomeno delle aziende apri e chiudi nelle ditte straniere sfiori il 22%. Nelle italiane la percentuale del tourn over scende al 10. A fine 2024 a livello nazionale Prato è salita al primo posto per numero di imprese straniere che qui rappresentano il 35% del totale. Il 60% di quelle del settore manifatturiero. Mentre l’abbigliamento macina numeri stellari, il tessile registra una contrazione perdendo 300 imprese dal 2019 ad oggi. E sempre in tema di numeri Renzo Berti, responsabile del progetto Lavoro sicuro dell’Asl nato dall’indomani della tragedia della Teresa Moda ha portato i risultati dell’attività che ha interessato 20mila aziende. All’epoca le irregolarità riguardavano il 63% delle imprese controllate, oggi la percentuale si è abbassata al 20%. Pur parlando di risultati positivi, Berti non ha nascosto l’esigenza di spostare oggi i controlli non più soltanto sulle sicurezze, (competenza dell’Asl) ma sull’evasione fiscale e sul lavoro nero, auspicando quindi un maggior coinvolgimento delle forze dell’ordine "perché se i dormitori oggi sono solo nel 3% delle imprese controllate non si può dire lo stesso di quelle in regola a livello fiscale".
A sottolineare l’inefficienza dei controlli del progetto Lavoro sicuro è intervenuto, Aldo Milone: "Una quasi totale assenza di controlli fiscali e sui lavoratori".
Pugno duro, riflettori sul ’caso Prato’ ma senza leggi speciali che possono nuocere all’immagine del distretto e della città, auspica Fabia Romagnoli, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord che non ha mancato di sottolineare le azioni portate avanti negli anni da parte dell’associazione per coinvolgere gli imprenditori cinesi e purtroppo rimaste lettera morta. "L’immagine del distretto è stata fortemente danneggiata e quello che leggiamo sulle cronache ci dimostra che la situazione dell’illegalità nel distretto è peggiorata", chiosa Romagnoli. Marco Dominici, presidente del Palazzo delle professioni ha evidenziato la massima attenzione sulla ’deontologia’ dei professionisti e Paola Aiazzi, presidente dei Consulenti del lavoro ha sottolineato l’impotenza dell’Ordine ad agire contro chi non svolge il proprio lavoro alle regole, richiamando alla responsabilità.
Per Leandro Vannucchi (Cna) la strada del dialogo è quella da battere mentre Stefano Crestini (Confartigianato) ha parlato della necessità di alzare il livello dei controlli sul piano fiscale e del lavoro nero. La Cgil ha chiesto controlli mirati a stamperie, tintorie e rifinizioni da cui parte la catena di fornitura. Per la Cisl serve uno scatto in avanti alla luce dei numeri che l’imprenditoria straniera raggiunge in provincia. A dare la misura che Prato combatte una guerra con armi spuntate è la direttrice dell’Uepe, l’ufficio di esecuzione penale con appena sei addetti e nessun interprete cinese.
Silvia Bini