
Matteo Garrone e Roberto Benigni: regista del nuovo Pinocchio e Geppetto sul set da inizio 2019
Prato, 27 ottobre 2018 - La notizia è di quelle che entusiasmano gli appassionati di cinema. E’ ufficiale: Roberto Benigni sarà Geppetto nel nuovo film che Matteo Garrone sta preparando sulla nuova versione del «Pinocchio» di Collodi. Dunque Pinocchio diventa grande, chiudendo idealmente il cerchio sulla favola più popolare del mondo.
Una notizia che girava nell’ambiente del cinema da qualche giorno ma che solo ora ha trovato l’ufficialità, grazie ad un post del profilo Facebook dello stesso regista romano, reduce dal successo di «Dogman». Proprio quel film ispirato ai tragici fatti del canaro della Magliana che ha trionfato a Cannes 2018, aveva solo posticipato la lavorazione del film sul burattino di legno a cui lo stesso Garrone lavorava da tempo, con la collaborazione dello sceneggiatore fiorentino Ugo Chiti.
Le riprese ad inizio 2019, top secret sugli altri dettagli riguardo il cast tecnico e artistico, ma la notizia più bella è proprio quella del ritorno al cinema del Folletto di Vergaio, in un ruolo già interpretato da altri colleghi importanti, primo fra tutti uno splendido Nino Manfredi nella versione televisiva del 1972 diretta da Luigi Comencini.
«Girare finalmente Pinocchio e dirigere Roberto Benigni sono due sogni che si avverano in un solo film». Parole di Garrone. Due sogni in un solo film anche per gli spettatori che ritroveranno un Geppetto con il volto del grande attore toscano, tre volte premio Oscar per il suo capolavoro «La vita è bella».
Lo stesso Benigni fu folgorato dalla bellezza, dalla modernità e dai tanti piani di lettura che poteva offrire quel libretto scritto quasi per caso da Carlo Lorenzini in arte Collodi nel lontano 1881. Da quasi centoquarant’anni la storia del «pezzo di legno» continua ad affascinare gli artisti di tutto il mondo. Lo stesso Benigni, dopo l’exploit internazionale della «Vita è bella», decise di proporre una sua rilettura per il grande schermo arrivata nelle sale nel 2002.
In quel caso il Benigni regista scelse il grande attore napoletano Carlo Giuffrè per interpretare Geppetto. Poi c’erano Nicoletta Braschi nei panni della Fata Turchina, i Fichi d’India (il Gatto e la Volte), Beppe Barra (il grillo parlante), Kim Rossi Stuart (Lucignolo).
Quaranta milioni di dollari di budget (il record per un film italiano), quasi trenta milioni di euro d’incasso in Italia, grande inatteso flop in Usa con poco più di tre milioni di dollari d’incasso, un’altra quarantina di dollari nel resto del mondo. Finalmente Roberto Benigni torna su un set cinematografico dopo molti anni di assenza.
La sua ultima regia oramai risale a ben tredici anni fa con «La tigre e la neve», la sua ultima interpretazione per Woody Allen in «To Rome with love», a sei anni fa.
Poi, qualche sporadica apparizione qua è là (ultimo Cannes) e molti premi ricevuti tra cui il David di Donatello alla carriera. Pinocchio, una storia nata in Toscana, «saccheggiata» dai più popolari cineasti toscani e pratesi: Francesco Nuti con «OcchioPinocchio» del 1994, «Lucignolo» diretto ed interpretato da Massimo Ceccherini, entrambi scritti da Giovanni Veronesi. E ora l’accoppiata Matteo Garrone/Roberto Benigni. «Fare Geppetto diretto da Garrone è una delle forme della felicità», ha dichiarato Benigni.