REDAZIONE PRATO

Benvenuti alla Dogaia. Cinque suicidi in un anno

Numeri da incubo. Cinque suicidi in un anno e 80 eventi critici certificati. Ma le problematiche sono all’ordine del giorno,...

Numeri da incubo. Cinque suicidi in un anno e 80 eventi critici certificati. Ma le problematiche sono all’ordine del giorno, "a stare bassi", dicono dai sindacati. E’ il bilancio "nero" di un anno (il 2024) del carcere della Dogaia, da sempre alle prese con problemi strutturali, di personale, di sovraffollamento, di gestione di detenuti difficili. Insomma, non c’è nulla che funziona. I problemi restano sempre gli stessi, da anni. Solo negli ultimi giorni del 2024, parecchi "episodi critici": il caos creato da una decina di detenuti la sera dell’ultimo dell’anno che ha costretto gli agenti a restare in servizio ben oltre l’orario di lavoro per poter riportare la calma; il detenuto che ha incendiato due bombolette a gas nella sala colloqui creando un’esplosione che ha demolito un muro di divisione; un altro detenuto che il 20 dicembre è riuscito a evadere scavalcando il muro di recinzione (e che poi è stato catturato la sera a Firenze); i palloni tirati dentro alla Dogaia contenenti sei telefoni cellulari destinati ad alcuni detenuti.

"Lottiamo da anni con una carenza di organico che sfiora il 70% – spiegano dal sindacato Sinappe (sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria) – Scopertura di organico che arriva fino al 78% per quanto riguarda i sottufficiali. I detenuti sono circa 600, molti di gestione complicata. Gli eventi critici certificati, nel 2024, sono stati 80 ma le problematiche sono giornaliere, talvolta anche due o tre al giorno. Da anni manca un direttore responsabile e non c’è neppure un comandante titolare fisso. Questo costringe gli agenti a restare in servizio ben oltre l’orario di lavoro facendo turni tripli, 12-13 ore al giorno. Spesso siamo aiutati dal nucleo traduzione e piantonamento che è sempre disponibile a darci una mano, come avvenuto la sera del 31 dicembre. Senza di loro non ce l’avremmo fatta".