Prato, 6 novembre 2023 - Un altro colpo durissimo, inflitto nel fianco già scoperto. Lo stabilimento Beste a Ponte di Colle è finito di nuovo sotto l’acqua e il fango sabato notte, dopo aver subito danni gravissimi già giovedì a causa dell’alluvione che ha colpito anche la vallata (in particolare per l’esondazione del Cambiaticcio, un corso d’acqua innocuo trasformatosi in un incubo in poche ore). Adesso i danni ammontano "a milioni", sottolinea il presidente e ceo Giovanni Santi.
"Tessuti, macchine, mobili, computer e auto: è tutto da buttare. Il lavoro di due giorni è svanito – aggiunge Santi – Anche cantongessi, infissi e il cancello all’ingresso sono da rifare, ma il problema maggiore è la ripartenza. Siamo forse una delle realtà più martoriate della Toscana. Noi abbiamo la produzione interna, dobbiamo ripartire per forza altrimenti moriremo. Non è immaginabile stare fermi per settimane, dobbiamo ricominciare a lavorare per settori: preparazione, tintoria, poi il finissaggio. Il problema è che adesso è impossibile calcolare i tempi. Certamente non possiamo pensare a 4-6 settimane di stop. Sono troppe".
Per fortuna l’aiuto non manca: ieri c’erano decine di persone a spalare, compresi una ventina di carabinieri della scuola di Castello. "Avevamo ordinato 200 pasti e li abbiamo finiti – aggiunge Santi – E’ questa adesso la nostra forza. Anche i colleghi si sono offerti di aiutarci, così come i clienti. Mi ha chiamato ad esempio Brunello Cucinelli offrendo personale. C’è tanta solidarietà. Speriamo solo che non piova". La protezione civile è intervenuta in zona per cominciare a mettere in sicurezza il fosso, ma i tempi saranno lunghi.
La Beste è il caso più eclatante, visto il doppio disastro, ma sono tantissime purtroppo le aziende del distretto pratese, di Campi e Capalle, che hanno subito danni. Imprese che aspettano adesso aiuti concreti per ripartire. Oggi sarà il vice premier Antonio Tajani ad illustrare in Comune le misure del governo. Venerdì si era parlato di un fondo non inferiore a 100 milioni per far fronte ai danni e per il ristoro alla produzione destinata a soddisfare ordini internazionali. Ci sarà probabilmente anche una moratoria per la restituzione delle rate delle garanzie Sace e per finanziamenti con la stessa Simest.
Sempre sul fronte del credito, Confindustria nazionale ha ottenuto l’attivazione del protocollo esistente tra Abi e Protezione Civile per il regime di moratoria ai crediti delle imprese colpite dal disastro. "E’ un provvedimento prezioso – sottolineano Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana, e Daniele Matteini, presidente di Confindustria Toscana Nord – Le rate dei mutui potranno essere pagate in tempi più lunghi di quelli originariamente previsti. Grazie a Confindustria e al vicepresidente Emanuele Orsini per aver accelerato le pratiche. Bisogna essere veloci: lo diremo al vice premier Tajani e deve esserlo anche la Regione. Il riconoscimento formale dei danni deve essere più rapido possibile e così i ristori. I precedenti purtroppo non sono tali da lasciarci tranquilli. Le risorse non dovranno arrivare quando le aziende, faticosamente e magari avendo perso pezzi, si saranno già lasciate alle spalle le fasi più dure della ripresa o quando, lasciate troppo sole, avranno già chiuso. E serve velocità negli interventi di messa in sicurezza".
Intanto la solidarietà alle imprese, così come alle famiglie, in queste ore è arrivata anche dall’associazione cinese Ramunion, da anni al fianco della protezione civile durante le emergenze. Da Montemurlo a Seano, l’associazione ha portato aiuti mettendo a disposizione pure un gommone che già da giovedì scorso è stato portato al centro di smistamento dei vigili del fuoco di Montemurlo.
Dopo è stata appunto la volta di Seano, in particolare la località Ficarello dove si trovano molte aziende cinesi alluvionate, l’ultima area rimasta allagata e impraticabile con mezzi normali fino a sabato. "Scortati dai vigili del fuoco – sottolinea il presidente Luca Zhou Long – abbiamo dato loro un aiuto. Nella notte abbiamo compiuto inoltre un altro intervento a Seano per portare, anche qui con l’ausilio dei nostri gommoni, viveri e acqua potabile alla popolazione barricata ai piani alti degli edifici, lasciando un gommone a disposizione per gli spostamenti dei residenti". La squadra di Ramunion, in realtà, non immaginava di trovare ancora così tante famiglie bloccate nei condomini di via Meucci, via Marconi e via Galilei.
"Quando ci hanno visto dai terrazzi – aggiunge il vice presidente Francesco Rotunno – erano a dir poco felici e ci hanno chiesto se avevamo acqua e qualcosa da mangiare, quindi abbiamo distribuito tutto il carico di provviste, comprese le scarpe. Abbiamo poi acquistato una pompa per aspirare. Avevamo portato i giubbotti salvagente, nel caso servissero".