
L’assessore Marco Biagioni a Parigi davanti a un pezzo di città depavimentata
"Proprio adesso sono a visitare il cantiere di un intervento di recupero del suolo del municipio di Issy a Parigi...". Marco Biagioni, assessore alla Transizione Ecologica, è in Francia in questi giorni per ‘studiare’ chi, nell’impresa della città-spugna, è un po’ più avanti di Prato. "Ma è una sfida alla nostra portata, basta crederci, perché con noi ci sono altre 99 città europee. Parigi ne è un esempio".
Assessore Biagioni, quali sono le principali sfide e opportunità che Prato si troverà ad affrontare nell’implementare il concetto di città-spugna, soprattutto in relazione alla gestione delle risorse idriche e alla resilienza ai cambiamenti climatici?
"E’ l’opportunità di ripensare lo sviluppo urbano in chiave sostenibile senza rinunciare allo sviluppo economico che caratterizza la nostra città".
Come si integra l’approccio della città-spugna con le attuali infrastrutture di Prato, e quali modifiche sono necessarie per rendere la città più resiliente agli eventi climatici estremi?
"Dal dopoguerra ad oggi si è assistito a una fortissima urbanizzazione. Ora facciamo i conti con gli eventi estremi e la crisi climatica. Servono infrastrutture di contenimento delle acque e azioni di depavimentazione del suolo per permettere l’assorbimento delle piogge. Occorre anche rinaturalizzare i corsi d’acqua dove possibile, ripensare il deflusso delle acque".
Concretamente: da dove partire? Quali le zone da alleggerire dall’asfalto?
"Partiamo da un dato: il 21% della superficie di Prato è occupata da asfalto, come strade e parcheggi che rende impermeabile il terreno. Quindi depavimentare è una necessità. Dal parcheggio di Maliseti, luogo simbolo dell’alluvione 2023, partirà il primo grande progetto cittadino. Liberemo 4.000mq su un’area di 7.000, piantando oltre 120 alberi".
Oltre a Maliseti?
"Nel parcheggio accanto alla piscina di via Roma, pianteremo alberi con un sistema di raccolta delle radici che non impatterà sulla sede stradale. In altri spazi porteremo più alberi che rallenteranno il flusso dell’acqua ed elimineranno le isole di calore. Lungo le strade prevederemo stalli di sosta permeabili mentre le aree gioco avranno superfici antitrauma ecologiche, come il cippato che ha minori costi di manutenzione e il 100% di permeabilità".
Che percentuale di terreno permeabile si può recuperare con il progetto e in quanto tempo?
"L’obiettivo è rendere permeabile almeno un ettaro ogni anno".
In che modo la cittadinanza è coinvolta nel processo di trasformazione della città in una città-spugna?
"Il futuro Piano di Depavimentazione unirà la sfida dell’adattamento climatico al benessere delle persone nella loro quotidianità. In alcuni casi saranno strade alberate, in altri fazzoletti di verde tra gli edifici per creare dei pocket garden. In città ci sono tante competenze che valorizziamo con il gruppo green, cioè un tavolo che unisce ordini, enti di ricerca e associazioni. Darà evidenza scientifica alle nostre scelte".
Come si bilanceranno le esigenze di sviluppo urbano con quelle di sostenibilità?
"La nostra è l’unica città della Toscana che continua a crescere e con una realtà produttiva molto attiva. Nonostante questo abbiamo previsto un aumento di suolo consumato pari allo 0,4% circa nei prossimi trent’anni".
C’è chi nel centrodestra ha rilanciato provocatoriamente: meglio una città cacciavite, riferendosi alla necessità di manutenzione. Vuole rispondere?
"Non c’è un meglio o un peggio. Servono entrambe e tutti dovranno fare la loro parte: cittadini, imprese, terzo settore".
Maristella Carbonin