REDAZIONE PRATO

Biopsia liquida, un prelievo di sangue per analizzare il Dna tumorale

La novità utilizzata nella struttura dipartimentale di patologia molecolare oncologica del Santo Stefano di Prato

Team patologia molecolare del Santo Stefano di Prato

Prato, 14 marzo 2023 – Un nuovo importante traguardo raggiunto dalla struttura dipartimentale di patologia molecolare oncologica del Santo Stefano di Prato, diretta dalla dottoressa Silvia Bessi. E' stato infatti ampliato il pannello delle possibilità diagnostiche aprendo la strada alla 'biopsia liquida', una tecnica di campionamento che consente di analizzare attraverso un prelievo di sangue il Dna tumorale spontaneamente rilasciato dalle cellule neoplastiche nel circolo sanguigno.

In cosa consiste la novità

La struttura di patologia molecolare oncologica si occupa di analizzare Dna ed Rna delle cellule tumorali presenti sui preparati citologici ed istologici dei pazienti oncologici, raccolte con biopsia o con interventi operatori per identificarne le alterazioni, in modo da guidare la scelta terapeutica personalizzata e mirata a beneficio di una medicina di precisione. I preparati possono essere a volte estremamente carenti della cellularità neoplastica necessaria per procedere con le indagini. In questi casi selezionati è possibile bypassare questa criticità con l’impiego della biopsia liquida, metodica attivata nella struttura pratese da oltre cinque mesi. I vantaggi sono molteplici, a partire dal fornire una chance in più ai pazienti che altrimenti non potrebbero avere una diagnosi utile se non sottoponendosi ad un ulteriore intervento bioptico, non sempre possibile e certamente più invasivo e complesso del semplice prelievo ematico.

“La messa a punto dell’analisi del DNA circolante a partire da prelievi ematici ha richiesto un impegnativo lavoro di validazione – commenta la dottoressa Bessi - anche perché abbiamo voluto analizzarlo con la stessa tecnologia altamente sensibile che impieghiamo per i tessuti solidi, ovvero il sequenziamento massivo di ultima generazione (next generation sequencing o NGS), che consente di evidenziare anche alterazioni meno frequenti, aumentando la possibilità di intercettare opzioni terapeutiche nei pazienti con mutazioni rare.”

Biopsia liquida, utile strumento per monitorare la risposta terapeutica

L’impiego della biopsia liquida non si ferma qui. E’ infatti un utile strumento anche per monitorare la risposta terapeutica in gruppi selezionati di pazienti che presentano specifiche alterazioni. Con un semplice prelievo ematico a cadenze temporali, stabilite in base alla terapia, è possibile studiare nel tempo l’andamento del Dna tumorale e identificare più precocemente rispetto alle indagini strumentali una eventuale ricaduta o l’insorgenza di mutazioni di resistenza al farmaco. Questo consente di fornire all’oncologo armi aggiuntive per modulare l’iter terapeutico. L’analisi su biopsia liquida è inserita attualmente nel percorso della neoplasia polmonare.

La struttura di patologia molecolare oncologica afferisce all’Area diagnostica morfologica e caratterizzazione biomolecolare diretta dal dottor Mauro Biancalani ed è inserita nel Dipartimento oncologico aziendale la cui direzione è affidata alla dottoressa Luisa Fioretto. Il laboratorio pratese analizza il materiale biologico per tutti i pazienti oncologici seguiti nei vari presidi della Usl Toscana Centro.

“Uno dei nostri prossimi obiettivi - conclude la dottoressa Bessi - è quello di valutarne la fattibilità di estensione anche per indagare marcatori di altre forme neoplastiche, come per esempio i geni Brca1 e Brca2 nel cancro di ovaio, prostata, pancreas, attualmente testati su tessuto”.